ALTO JONIO-POLLINO-SIBARITIDE Ragionando un po’, a bocce ferme, sull’esito delle Regionali, bisogna convenire che sono finiti i tempi in cui Cassano riusciva ad eleggere un senatore ed un deputato (Bloise e Frasca), Castrovillari ad eleggere, sia pure in epoche diverse, un senatore e un deputato (Saraceni e Pappaterra), l’Alto Jonio ad eleggere il suo parlamentare (Mundo), per non parlare di Rossano-Corigliano che in forza del loro massiccio peso demografico, hanno collezionato nel tempo una serie di senatori e di deputati (Mascaro, Pistoia, Geraci, Fino, Dima…). Oggi la Sibaritide, il Pollino e l’Alto Jonio, tutti insieme, non hanno uno straccio di rappresentanza parlamentare e anche a livello regionale, rimasti per strada tutti gli altri, la rappresentanza si è ridotta veramente al lumicino, al giovane Giuseppe Giadiceandrea del Basso Jonio ed al maturo Giuseppe Graziano di Rossano. Non ce l’ha fatta nessuno degli altri candidati di Castrovillari, di Cassano, di Corigliano e dell’Alto Jonio condannati ad una lotta fratricida e soprattutto penalizzati da un voto che, alla stregua del libero mercato, è ormai diventato globalizzato ed ha finito per foraggiare tutti e per non far vincere nessuno. E’ colpa dei candidati-eletti che oltre a fare shopping di voti nel loro territorio sono venuti a fare caccia grossa anche nella periferia? O è colpa di quei dirigenti politici locali, autentici mercanti del voto, che si scelgono il loro referente personale non sposandone le idee e non verificando la loro reale affezione al territorio, lo fanno votare per il proprio tornaconto personale e tutt’al più familiare? Basta dare uno sguardo alle preferenze dei singoli candidati sia di destra, sia di sinistra che di centro: dalle nostre parti hanno preso voti tutti, anche chi non si è affacciato nella periferia per farsi conoscere neanche durante la campagna elettorale. E’ stato difficile, questa volta più che in altre tornate elettorali, individuare due esponenti politici locali, due consiglieri comunali che pur amministrando nello stesso comune e sotto la stessa bandiera, fossero impegnati a sostenere, a votare e a far votare, lo stesso candidato. No, ognuno il suo, cosicchè tutti, chi più e chi meno, hanno preso voti, cannibalizzando i candidati locali che si sono dovuti accontentare delle briciole, finendo per lasciare i territori senza alcuna rappresentanza politica. Alla fine ha vinto, e con grande merito, il presidente Mario Oliverio, che ha fatto registrare un grande successo, personale più che politico, ma i nostri territori hanno perso sonoramente e sono sempre più lontani dalle istituzioni e marginalizzati forse condannati a espirare la grave colpa di non aver saputo votare neanche questa volta.
Pino La Rocca