Insieme al più votato del centrodestra il comprensorio pur “forzatamente” esprime i governativi Bevacqua e Giudiceandrea
Prove tecniche e sintetiche d’analisi del non voto, senza virgolette. Già, perché se ai seggi si recano una quarantina d’elettori su cento, da analizzare resta appena l’osso.
Sfumarure o meno, la Sibaritide lascia stecchiti sul campo di battaglia i suoi eserciti di candidati alle elezioni regionali di domenica.
Esce, cioè, con una rappresentanza politica numericamente assai scarsa a Palazzo Campanella.
E’ andata così. Vale a dire con due eletti soltanto più o meno “di riferimento” per un territorio tanto vasto quanto importante sotto molteplici profili.
Uno è “di governo” ed è il longobucchese Mimmo Bevacqua, eletto nella lista del nuovo governatore della Calabria, Mario Oliverio, l’altro è il rossanese Giuseppe Graziano il quale veste la casacca della lista “Casa della libertà” e – quindi – in minoranza rispetto al nuovo estabilishment della politica regionale che “conta”.
E proprio Giuseppe Graziano fa una “vittima eccellente” nella Sibaritide: lascia infatti sul tappeto della sua stessa lista un consigliere regionale uscente, l’ex Udc Gianluca Gallo emigrato in fretta e furia dallo scudocrociato per riprovarci e sul serio.
A Gallo non sono bastate le oltre seimila preferenze che lo hanno “piazzato” secondo, proprio alle spalle di Graziano il quale è risultato primo tra gli eletti dell’intero centrodestra con oltre novemila consensi.
Se a Bevacqua e Graziano vogliamo aggiungerne “forzatamente” un terzo, ecco che spunta pure il nome di Giuseppe Giudiceandrea, origini e storia politica divisa metà e metà tra la nostra Calopezzati e il suo comune presilano di Pedace, lui eletto nella lista dei “Democratici progressisti” del nuovo presidente della Regione.
Questo il “magro dolce”.
Il resto per la Sibaritide è sconfitta nera, anzi nerissima, perché in alcuni casi s’è trattato di vere e proprie disfatte rispetto alle rosee premesse decantate per un mese dalle fantasiose menti di segretari di partito e galoppini vari.
E in tale contesto – com’era facilmente prevedibile – ad inzupparci a piene mani il pane in quel poco di Sibaritide che ha deciso di rispondere ancora una volta all’appello della politica è toccato ai candidati nelle varie liste espressioni d’altri territori e d’altri interessi rispetto a quelli di questo territorio.
I quali hanno lasciato contare i voti sul “pallottoliere” per esempio a Giovanni Zagarese, strombazzato quale candidato unitario del Partito democratico dell’area urbana Corigliano-Calabro-Rossano il quale ha raccolto l’esatta metà del proprio complessivo scarso consenso fuori dai confini dell’area urbana che avrebbe dovuto rappresentare.
E’ andata pure peggio ad Angelo Broccolo, candidato della lista “La sinistra” e presidente dell’assemblea regionale di Sinistra, ecologia e libertà, il quale in quella sua Sibaritide che allarga i confini sulla cintura dei vicini comuni albanofoni non ha trascinato elettoralmente come riesce a trascinare le piazze: «La massiccia astensione dal voto m’ha fortemente penalizzato», lui l’ammette e alza le mani in segno di resa.
Sono queste due le disfatte Sibarite più pesanti su quel piano politico che non vedeva dubbio alcuno nell’affermazione di Mario Oliverio pure a queste latitudini.