Ne sarebbero vittime piccoli agrumicoltori e commercianti ma nessuno di loro denuncia…
Le “logiche”, i riti e le liturgie criminali tradizionali, a Corigliano Calabro s’adeguano alla crisi economica che imperversa da tempo e senza soluzione di continuità. I cordoni della borsa sono stretti per tutti, compreso per coloro i quali sono prepotentemente abituati alla bella vita a spese di quanti invece lavorano. Ed è per questo che la prepotenza e le angherie della criminalità organizzata si fanno più stringenti.
Ecco allora che il mese che con agosto criminalmente rappresenta l’“antonomasia” per le estorsioni – dicembre – subisce un largo anticipo tra ottobre e novembre. Vediamo come.
Pare, ad esempio, che i piccoli imprenditori agrumicoli, quelli che coltivano i loro agrumeti di modeste estensioni, vengano vessati con richieste estorsive da parte di soggetti noti per la loro appartenenza o vicinanza alla criminalità organizzata locale. E verrebbero convinti a “sborsare” attraverso un’offerta di “protezione” dei loro agrumeti, al fine d’evitare che, fino ai giorni della raccolta del prodotto, questi possano essere potenzialmente saccheggiati dai ladri.
Vale a dire loro stessi. La tendenza, purtroppo, è quella di pagare il “pizzo straordinario” e di non denunciare quanto accade alle forze dell’ordine.
Ma ad essere presi di mira non sono soltanto i piccoli agrumicoltori. Pure le piccole e medie attività commerciali pare stiano subendo una nuova prepotente recrudescenza estorsiva. E pure qui si paga e non si denuncia fintantoché alla collaborazione non ci si è “indotti” dal fiuto investigativo dei carabinieri della Compagnia cittadina diretta dal tenente Francesco Barone.
Quasi sempre le pretese estorsive sarebbero avallate dal “piatto piangente” d’alcune famiglie appartenenti alla locale ‘ndrina i cui capi da tempo patiscono la detenzione in carcere per effetto delle condanne inflitte loro nel maxiprocesso “Santa Tecla”, l’ultimo in ordine di tempo celebrato contro la locale organizzazione di ‘ndrangheta.
E le famiglie – è arcinoto – vanno mantenute da parte dei “sodali” liberi anche e soprattutto per evitare che qualcuno dal carcere cominci a “cantare” coi magistrati antimafia…