Sarà completato il recupero e avviata la valorizzazione di quello che resta della vecchia Fornace di laterizi che per oltre un secolo ha rappresentato l’unica attività industriale di Trebisacce e dell’intero comprensorio, mentre il suo imponente ciminiero, alto 50 metri, è stato sempre il simbolo della cittadina jonica le cui famiglie, oltre che della pesca e delle rinomate arance delle “vigne”, vivevano dei salari derivanti proprio dall’antica fornace nella quale lavoravano oltre 50 operai. Oggi i resti della Fornace, il fumaiolo e gli antichi “off-man” dove venivano cotti i mattoni, sono catalogati dal ministero come avanzi di archeologia industriale (vedi il Lingotto di Torino dove sorgeva l’antica Fiat) e possono contare su finanziamenti pubblici destinati a tramandare nel tempo la memoria storica dei luoghi che li hanno ospitati. La vecchia fornace ha già potuto contare su un finanziamento di 750mila euro con il quale è stato messo in sicurezza l’antico fumaiolo mentre quello che era il cuore pulsante della vecchia fabbrica di mattoni è stato consolidato e messo in sicurezza. Ne è venuto fuori un ambiente grandissimo che è stato coperto adeguatamente e chiuso con enormi vetrate, che però risulta di difficile utilizzazione perché sprovvisto degli impianti termici, acustici e dell’illuminazione interna ed esterna, oltre che di un adeguato impianto di video-sorveglianza. Oggi la vecchia fornace, potendo inserirsi tra le opere pubbliche soggette a tutela ambientale finanziabili con l’accesso all’8 per mille dell’Irpef, si candida ad un ulteriore finanziamento di 820mila euro con i quali tutti gli ambienti saranno completati e la vecchia fornace potrà diventare in futuro sede ideale per iniziative artistiche, culturali e di intrattenimento, colmando così un vuoto all’interno del tessuto urbano. Gli antichi forni, invece, si prestano ottimamente per ospitare tutta la ricca dotazione di reperti di Broglio e diventare così un piccolo museo della proto-storia.
Pino La Rocca