Lo ha accertato l’autopsia disposta dalla Procura di Palermo sul corpo del giovane imprenditore avvelenatosi dopo avere mangiato funghi. Oggi i funerali
“Epatite fulminante”: queste le prime agghiaccianti parole relative agli esiti dell’autopsia effettuata lunedì pomeriggio sul corpo di Dino Falco, l’imprenditore 43enne di Corigliano Calabro ucciso dieci giorni fa da un’intossicazione da funghi velenosi e spentosi in un ospedale di Palermo dopo il trasferimento d’urgenza dal nosocomio coriglianese “Guido Compagna”.
L’esame autoptico è stato effettuato presso il Policlinico universitario “Paolo Giaccone” di Palermo da parte del professor Paolo Procaccianti, ordinario di Medicina legale nell’ateneo del capoluogo siciliano, dopo il conferimento dell’incarico peritale da parte del sostituto procuratore Gaspare Spedale.
La Procura palermitana ha infatti avviato un’inchiesta sulla morte di Falco a seguito dell’esposto-denuncia da parte della moglie del deceduto, Anna Carbone, per sospette negligenze mediche sul caso d’avvelenamento che ha coinvolto pure altri componenti la famiglia Falco – il padre di Dino, Franco di 68 anni, la madre, Adelina Donato di 65 (ricoverati a Corigliano), e Maria, la 23enne collaboratrice domestica di nazionalità rumena.
Quest’ultima, sottoposta a trapianto di fegato presso l’Istituto mediterraneo per i trapianti (Ismett) di Palermo lunedì 20 ottobre scorso – il giorno in cui Dino purtroppo moriva presso lo stesso ospedale – è uscita dalla terapia intensiva e, secondo i medici, il suo decorso post-trapianto risulta regolare anche se è prematuro per gli stessi medici che l’hanno in cura sciogliere la prognosi.
Dino Falco invece era giunto presso l’Ismett in condizioni disperate: il quadro clinico era talmente compromesso da non permettere che vi fossero i tempi per il reperimento d’un organo per il trapianto di fegato.
Il medico dell’Ismett che risulta indagato da parte della Procura palermitana s’è occupato solo ed esclusivamente di predisporre tempestivamente l’accoglimento presso la terapia intensiva dei due pazienti intossicati e nessuno degli operatori sanitari della terapia intensiva dell’Ismett che hanno avuto in cura entrambi i pazienti e che si stanno ancora occupando della paziente trapiantata risulta indagato.
Risultano indagati, invece, altri quattordici medici dell’ospedale “Guido Compagna” di Corigliano, tutti in servizio tra il Pronto soccorso e la divisione di Medicina interna ed i quali – nei loro rispettivi turni – avevano trattato il “caso Falco” prima di decidere per il suo trasferimento a Palermo, oltre ai genitori di Dino Falco.
Per il deposito della relazione peritale relativa all’autopsia – che sarà redatta anche e soprattutto sulla base degli esami tossicologici – ci vorranno almeno 60 giorni.
Oggi pomeriggio alle 15,30 si terranno i funerali del giovane imprenditore scomparso presso la parrocchia di San Gaetano Catanoso in contrada San Nico. {jcomments off}