Vinto dalla malattia a 73 anni è morto l’architetto Mario Candido, figura illustre della città di Corigliano, non solo dal punto di vista urbanistico, ma anche culturale e umano. E oggi pomeriggio alle 17.30 nella chiesa del Beato Giovanni XXIII allo Scalo, crediamo che saranno davvero in tanti coloro che vorranno rendergli l’estremo omaggio. L’architetto Candido è colui che ha redatto il piano regolatore generale della città, attualmente in vigore, e che la regione Calabria approvò nel 1986. Basta leggere alcuni passaggi della relazione generale di quel documento, per rendersi conto di come il professionista 28 anni fa, tra problemi e legacci di ogni sorta, aveva messo in guardia la classe politica di quello che era lo scempio urbanistico esistente, ma soprattutto chiedeva agli amministratori futuri di porre la massima attenzione verso scelte che avrebbero finito con il minare definitivamente il territorio, non solo dal punto di vista urbanistico e abitativo, quando dal punto di vista geologico: “Mi auguro – scriveva nel 1986 Mario Candido – che questa ricerca e questa denuncia di fenomeni urbanistici ed edilizi, possa provocare, almeno, un ripensamento sulle responsabilità politiche e culturali di chi amministra, di chi opera sul bene pubblico e dei cittadini in genere che ne sono gli utenti ed i protagonisti”. Profondo conoscitore del territorio era anche impegnato nel recupero e restauro dei tanti beni architettonici e storici del vasto e ricco patrimonio coriglianese. Fu infatti lui a guidare i lavori di recupero e restauro del castello ducale che vennero terminati nel 2002. Come non ricordare anche il suo impegno nella produzione letteraria, con alcuni volumi di grande interesse storico ed artistico. Nel 2006 voluto dall’allora sindaco, Armando De Rosis, è stato assessore alla cultura. Riteniamo che nella mente di tanti coriglianesi è ancora vivo il ricordo della fantastica ed indimenticabile notte bianca del 17 agosto 2007. 

Giacinto De Pasquale