“Parole, parole, parole…parole, soltanto parole, parole tra noi…”.
Proprio Mina potrebbe cantargliela ai due sindaci di Corigliano Calabro e di Rossano, i quali da settimane e settimane s’esercitano dialetticamente e sofisticamente sul tema della fusione amministrativa tra le due città, girandoci e rigirandoci attorno. Senza intraprendere “azioni”.
“Risorgimentali” a pensieri e parole ma dimentichi del primo degl’insegnamenti mazziniani: “Pensiero e azione”, e al contempo.
Le rassicurazioni fioccano: «Nessuna interruzione o cambio di passo né tantomeno di direzione rispetto all’obiettivo strategico della fusione; al contrario, maggiore determinazione nella consapevolezza condivisa di dover governare istituzionalmente un percorso importante, destinato a diventare storico per il rilancio, il rafforzamento del potere politico e contrattuale e, quindi, per lo sviluppo dell’area urbana».
Parole del sindaco coriglianese Giuseppe Geraci come a “smentire” che non vi sia alcun serio fondamento nelle indiscrezioni circolate nei giorni scorsi secondo le quali vi sarebbe stata una marcia indietro delle due amministrazioni comunali rispetto al progetto di comune unico.
«Non soltanto non è così – scandisce Geraci – ma si è così convinti di dover andare avanti su questa strada che riteniamo, come istituzioni democraticamente elette dalle popolazioni dell’area urbana, di dover assumerci tutte e per intero le responsabilità d’una evoluzione che non può essere soltanto nominalistica, verticistica o meramente simbolica, proprio perché riteniamo che sia, quello della fusione dei due comuni, il percorso virtuoso sul quale le due città di Corigliano Calabro e di Rossano potranno sintetizzare il loro valore aggiunto in ambito provinciale e regionale».
Stesso ritornello da Rossano: «Ritengo opportuno e necessario – afferma il sindaco Giuseppe Antoniotti – che si continui a percorrere la strada che porti alla concretizzazione del Comune unico dell’area urbana Corigliano Calabro-Rossano, una realtà che se formalizzata potrebbe rappresentare realmente un’occasione di crescita per le due città e per l’intero hinterland: abbiamo già dato la nostra disponibilità affinché si porti a compimento questo percorso di coesione».
I fatti però smentiscono le loro parole.
Lo scorso 2 settembre le delegazioni dei due Comuni s’erano viste nel municipio coriglianese di Palazzo Garopoli e avevano deciso di celebrare i due consigli comunali nella medesima data dell’8 settembre al fine d’adottare ognuno la propria delibera consiliare: primi atti formali indispensabili per la fusione. Ma così non è stato, e, passando da Mina a Battisti possiamo facilmente concludere: “Con…fusione”!


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