Da qualche giorno sulla spiaggia del borgo marinaro di Schiavonea, soprattutto al mattino presto, si possono notare alcune persone che “armate” di metal detector scandagliano letteralmente, palmo a palmo, la sabbia coriglianese. In pratica si tratta di cercatori d’oro di nuova generazione, gente che tutto ciò lo fa per mestiere in quanto in maniera puntuale e non tralasciando nessuno angolo delle coste calabresi, appena finita l’estate, danno il via a questa ricerca dell’oro. Centimetro per centimetro, i cercatori vanno a caccia di monili preziosi, collanine o monete smarrite durante l’estate. Questi scendono in spiaggia la mattina prestissimo o anche nelle prime ore del pomeriggio con l’inseparabile apparecchio che individua, anche a diversi centimetri di profondità, eventuali metalli rimasti sotterrati sotto la sabbia. Altro che pirati, quello dei “cercatori d’oro” è diventato un vero e proprio lavoro, al punto che i cittadini non si sorprendono più di tanto nel vedere persone che, zaino in spalla, e “aggeggio” alla mano, scandagliano centimetro per centimetro il litorale. “E’ da tempo ormai – ci dice uno di loro – che faccio questo lavoro. Un lavoro sicuramente redditizio, tenuto conto che riusciamo a trovare di tutto sotto la sabbia. E’ chiaro, comunque, che il nostro lavoro è esteso un po in tutta la regione, altrimenti sarebbe ben poca cosa in termini economici”. Chiediamo se i “cercatori d’oro” sono in aumento: “Si il nostro numero è in costante aumento, tenuto conto delle difficoltà che si incontrano oggi nel potere trovare un lavoro”. Ma il nostro interlocutore non va oltre nel momento in cui gli chiediamo come funziona la loro organizzazione: “Preferisco lavorare perché – ci dice – il mio tempo è prezioso”.

Giacinto De Pasquale


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