Informate Procure e Prefettura.
Le primarie e le secondarie di centro-destra-sinistra, nonché l’importantissima elezione del prossimo commissario della Provincia, argomenti che stanno monopolizzando il dibattito pubblico calabrese, sono più importanti della salute dei cittadini: questo è quanto emerge dall’assoluta immobilità e silenzio dell’intera classe dirigente rispetto a quanto denunciato, ormai una settimana fa, sulla discarica pubblica di Bucita. Il fatto che siano stati seppelliti senza alcuna verifica almeno 60 mila metri cubi di materiale ignoto, in una discarica a pochi metri da un centro abitato e da una falda acquifera, invece, è profondamente inquietante e richiede approfondimenti non rapidi, ma immediati.
Allo stato attuale nessuno può affermare quale sia la natura dei materiali abbancati e questo è, di per se, un dato allarmante, a maggior ragione nel contesto di sistema di potere politico-malavitoso certificato che si cela dietro il ciclo dei rifiuti in Calabria. Ecco perché è responsabilità inderogabile delle istituzioni competenti approfondire la natura dei rifiuti conferiti nella discarica per scongiurare ogni eventuale rischio per la salute dei cittadini dell’intera sibaritide, a partire dalla massima autorità sanitaria competente nel territorio, cioè il Sindaco di Rossano, fino a questo momento inspiegabilmente silenzioso su una questione tanto grave e delicata.

Invito pubblicamente le istituzioni locali a prendere una posizione chiara e coerente nei confronti di questa faccenda.

Come annunciato sulla questione ho redatto una relazione con cui sono state informate la Prefettura di Cosenza e le Procure della Repubblica di Castrovillari e Reggio Calabria: ricordo che la procura di Reggio Calabria aveva già smascherato un giro di contraffazioni sui rifiuti calabresi che aveva coinvolto, stando a quanto trapelato, molte discariche regionali tra cui quella di Rossano, circostanza che rende la situazione a Bucita potenzialmente ancor più grave.

Anche in virtù di questo i cittadini della sibaritide hanno il diritto di sapere, hanno il diritto di avere delle risposte chiare e verificate: quanti rifiuti sono stati seppelliti effettivamente a Bucita? Che tipo di rifiuti? Chi li ha seppelliti e chi doveva vigilare e non lo ha fatto?

Non nego di sperare in cuor mio che le anomalie ed i sospetti denunciati presso quella ed altre discariche in Calabria risultino tutto sommato infondati, allo stesso tempo è ormai chiaro ad ogni calabrese (forse ad ogni italiano) che il ciclo dei rifiuti, soprattutto nel mezzogiorno, rappresenta un business politicamente trasversale, ignobile e disumano che attenta continuatamente alla salute dei cittadini. In questo contesto inaccettabile, in una terra che si ammala senza sapere il perché, ogni circostanza ed ogni responsabilità deve essere accertata e verificata approfonditamente e nella massima trasparenza.

Flavio Stasi
Referente Regionale Legge Rifiuti Zero