I SENATORI DEL M5S si sono mobilitati mettendosi a disposizione dei cittadini della piana di Sibari da monte Giordano a Cariati, per quando riguarda il reparto dell’ortopedia e della stessa sanità che fa acqua da tutte le parte.
Legislatura 17 Atto di Sindacato Ispettivo n° 4-01945
Atto n. 4-01945
Pubblicato il 26 marzo 2014, nella seduta n. 217
MOLINARI , FUCKSIA , SIMEONI , GAETTI , BOTTICI , SERRA , CAPPELLETTI , PEPE , VACCIANO , CIOFFI –
Al Ministro della salute. –
Premesso che:
con il piano di rientro dal deficit della Regione Calabria, al fine di recuperare risorse economiche per la disastrosa situazione finanziaria prodotta dalla gestione della sanità, sono state bloccate le assunzioni, chiusi gli ospedali e ridotti i diritti dei cittadini alla salute;
in seguito alla chiusura degli ospedali di Cariati e Trebisacce, in provincia di Cosenza, era stata garantita la mobilità del personale verso i centri spoke, ma pochi sono stati gli spostamenti effettuati e non verso i reparti in cui ci sarebbe più bisogno, come quelli di emergenza (pronto soccorso, 118 e rianimazione);
il processo di integrazione degli ospedali di Corigliano e di Rossano (Cosenza), secondo quanto previsto dai decreti del Presidente della Regione n. 18/2010 e n. 106/2011 e dall’Atto aziendale dell’Azienda sanitaria provinciale cosentina, doveva portare alla concreta realizzazione del presidio ospedaliero spoke Rossano-Corigliano;
la dissoluzione della struttura sanitaria locale sullo Jonio cosentino, sancita dai suddetti decreti, ha visto, tra l’altro, scomparire nel dicembre 2012 il reparto di ortopedia dall’ospedale “Guido Compagna” di Corigliano centro, considerato un fiore all’occhiello nella Sibaritide;
il trasferimento dell’unità operativa di ortopedia di Corigliano, già dotata di locali di ricoveri idonei e ammodernati e soprattutto di sale operatorie adeguatamente attrezzate per massima sicurezza e spazi, nell’ospedale di Rossano, sicuramente non ha comportato alcun risparmio né è stato atto utile al rientro delle spese;
al denaro pubblico, impiegato per realizzare tale reparto nel presidio ospedaliero di Corigliano ed alle ulteriori risorse necessarie alla ristrutturazione e organizzazione nel presidio di Rossano per mettere in regola il neo reparto ortopedico, si aggiungeranno i disagi e i disservizi per il tempo necessario per mettere a regime il trasferimento;
la costruzione del nuovo ospedale della Sibaritide in località Insiti, che dovrebbe essere operativo dalla fine del 2016, a parere degli interroganti risulta di dubbia utilità in quando comporterebbe la spesa di tanti milioni di euro per uno spostamento di reparti;
dalla visita effettuata a sorpresa da alcuni parlamentari presso l’ospedale di Corigliano e Rossano, in data 28 settembre 2013, è emersa una situazione di oggettivo abbandono del nosocomio, come denunciato anche dal sindacato delle professioni infermieristiche (NurSind);
secondo il NurSind “il Direttore sanitario responsabile degli Ospedali spoke Corigliano-Rossano è assente da tutti i problemi di natura organizzativa. Per non parlare della cronica carenza di personale infermieristico e sanitario; elude ogni confronto sindacale e non rende partecipe della programmazione sanitaria, della mobilità e quant’altro, il tutto con la totale complicità della dirigenza dell’ASP cosentina”. Per ciò che Mostra rif. normativiriguarda il trasferimento del reparto di ortopedia dall’ospedale di Corigliano verso Rossano, il medesimo sindacato dice che “sembra di essere tornati indietro di 50 anni. I locali e gli spazi strutturali della nuova destinazione del reparto di Ortopedia sembrano non essere idonei e sembrano non rispettare le norme degli standard ospedalieri”,
si chiede di sapere:
se l’evidente compromissione di risorse umane e di denaro pubblico, reso palese dai suddetti spostamenti, possa risultare dall’analisi dei dati contenuti nei relativi piani di rientro presentati dalla Regione Calabria al Governo;
se il Ministro in indirizzo non ritenga, per quanto di competenza, che sarebbe stato opportuno provvedere alla riconversione degli ospedali in questione piuttosto che decidere la chiusura delle strutture comportando un grave danno alle esigenze del territorio;
quali iniziative intenda assumere per ripristinare i livelli essenziali di assistenza (LEA), a parere degli interroganti nei fatti negati ai calabresi del comprensorio jonico, che tutti i cittadini hanno diritto di ricevere dal Servizio sanitario nazionale al fine di garantire, in condizioni di uniformità e su tutto il territorio nazionale, il diritto costituzionale alla salute sollevando la popolazione locale dai numerosi disagi legati ai trasporti e ai relativi trasferimenti.