Infuria la polemica sul presunto salvataggio in mare della ragazza di 12 anni da parte dei Volontari della Protezione Civile comunale. L’episodio, verificatosi sulla spiaggia libera di Trebisacce e di cui si è occupata la cronaca nei giorni scorsi, è stato infatti ridimensionato e ricondotto alle sue effettive dinamiche. La vicenda però ha dato la stura ad una vivace polemica che ha interessato gran parte della comunità. Sul fatto, riportato da tutti i giornali locali, oltre ai genitori della ragazza, ad alcuni componenti della Minoranza ed al gruppo della Protezione Civile Comunale sono intervenuti, attraverso il web, non pochi cittadini che hanno inteso dire la propria opinione. In realtà al momento in cui la ragazza è stata soccorsa si trovava sotto l’ombrellone e non si trovava in mare come aveva riferito il sindaco Franco Mundo il quale, attraverso un’apposita nota-stampa proveniente dal Comune, dopo aver riferito di “un salvataggio effettuato in mare di una ragazzina in procinto di annegare”, ha ringraziato pubblicamente i soccorritori per il tempestivo intervento. A ricondurre i fatti al loro reale svolgimento hanno provveduto, perché chiamati in causa, gli stessi protagonisti del presunto salvataggio in mare Stefano Indraccolo e Anna Stefano, volontari del Gruppo di Protezione Civile Comunale addetti al servizio di Assistenza-Bagnanti sulla spiaggia libera. I due addetti al servizio hanno confermato che la ragazza soccorsa per un malore che le aveva fatto perdere i sensi non si trovava in mare ma in spiaggia. Resisi conto delle condizioni della ragazza i due bagnini sono prontamente intervenuti, le hanno prestato i primi soccorsi e subito dopo hanno avvertito il 118 che è giunto sul posto dopo pochi minuti. Il malore, da quanto si è appreso in seguito, sarebbe stato causato dalla reazione ad un antibiotico assunto poco tempo prima. Gli stessi soccorritori hanno comunicato al loro presidente Luciano Regino l’effettiva dinamica dei fatti e la stessa Anna Stefano, intervenendo in difesa di se stessa e del Gruppo, ha scritto: «La mia relazione indirizzata a chi di dovere, riporta fedelmente come si sono svolti i fatti. Se poi i fatti vengono trasformati o trasfigurati non abbiamo alcuna responsabilità nè io, nè il Gruppo di cui sono straorgogliosa di far parte. Sono strafelice invece di aver reso un servizio utile alla cittadinanza e di aver dato il mio contributo ad una persona che si è trovata in difficoltà. Poi ci si può ricamare sopra quanto si vuole…». A correggere il tiro del resto ci ha pensato il delegato all’Ambiente Gianpaolo Schiumerini il quale, avendo riferito in precedenza la stessa versione del primo cittadino, ha evidenziato la sua completa buona fede ed ha anche chiesto scusa ai genitori della ragazza. L’intera vicenda, comunque, è stata utilizzata dalla Minoranza per tornare ad evidenziare la presunta anomalia della presenza a Trebisacce di due gruppi di Protezione Civile per effettuare lo stesso servizio: uno pre-esistente e l’altro costituito da poco per volontà dell’esecutivo in carica. «Senza voler esprimere giudizi di merito – ha scritto il consigliere di Minoranza Davide Cavallo in risposta ad Anna Stefano – penso però sia legittimo chiedersi perché é stato necessario creare un nuovo Gruppo di Protezione Civile anziché integrare con nuovi volontari e migliorare quello già esistente».
Pino La Rocca