E’ un presunto truffatore. Ammesso che lo sia, Pino Pedace, 34 anni, di Corigliano Calabro ma, soprattutto, a piede libero, sì che sarebbe un vero “professionista” della truffa. Vediamo. Il sostituto procuratore di Cosenza Salvatore Di Maio gli ha notificato un avviso di conclusione delle indagini preliminari a suo carico per una serie di raggiri che, sommati uno ad uno, costituiscono un megaraggiro.
Pedace, infatti, secondo le accuse del magistrato cosentino, avrebbe truffato circa 350 persone.
Le vittime? Imprenditori, commercianti e professionisti le cui attività gravitano nell’area urbana Cosenza-Rende. Ma “al ritorno” Pedace avrebbe “colpito” pure nella Sibaritide: a Spezzano Albanese, a Trebisacce e, naturalmente, nella “sua” Corigliano, qui però con più “tatto”.
«Persona distinta, dal linguaggio forbito e dai modi gentili»: così lo descrive l’inquirente cosentino nel suo atto d’accusa.
Attraverso tali “qualità” proponeva infatti alle sue vittime l’acquisto di spazi pubblicitari su testate giornalistiche cartacee locali e perfino nazionali.
Per gli anticipi ricevuti dopo la “chiusura” dei suoi contratti, rilasciava a tutti una ricevuta non fiscale (ma con numero progressivo).
Dalle vittime si presentava sempre “a nome” di qualcuno: gente nota e “influente”.
Le inserzioni pubblicitarie sui giornali però non “uscivano” e lui spariva dalla circolazione.
Negli ultimi tre anni, nella sola area urbana Cosenza-Rende s’è beccato alcune centinaia di denunce finite sulle scrivanie dei carabinieri e successivamente della Procura bruzia.
E di denunce ne ha collezionate pure “in patria”: a Corigliano Calabro il suo “grimaldello” preferito era il periodico patinato d’una associazione onlus. Dopo le denunce delle vittime della Sibaritide ai ai carabinieri, è scattata l’inchiesta tuttora in corso da parte della Procura di Castrovillari.
Il 34enne è inoltre coinvolto, in qualità di presunto “prestanome”, in un’inchiesta più complessa riguardante una maxitruffa di fondi europei, che oltre un anno fa coinvolse alcuni imprenditori coriglianesi e l’ormai ex direttore d’una filiale di banca del luogo. Nell’ambito di quella indagine, condotta dalla Guardia di Finanza, finì agli arresti ma dopo poco tempo tornò in libertà.
Per la presunta maxitruffa cosentina è stato già interrogato dal magistrato alla presenza del suo legale Giuseppe Fioramante.