Domani 5 agosto la compagnia castrovillarese porta in scena “A che servono questi quattrini?” di Armando Curcio. Primo appuntamento della rassegna “Teatro sotto le stelle”.
Dopo il debutto di ieri con l’accademia “Cuba danza” della maestra Vilma Lara, che ha fatto registrare un successo di pubblico, l’Estate a San Basile entra nel vivo con il ciclo degli spettacoli della rassegna “Teatro sotto le stelle”. La rassegna inserita nel cartellone di programmazione estiva – che prevede dodici appuntamenti in un mese – parte con la compagnia castrovillarese “Aprustum” diretta da Casimiro Gatto che porta in scena la celebre commedia “A che servono questi quattrini?” di Armando Curcio resa famosa dal film omonimo con Eduardo e Peppino De Filippo.
Lo spettacolo in tre atti – che ha debuttato nella tournee estiva della compagnia il 29 luglio scorso – arriva a San Basile il 5 agosto alle ore 21.30 nell’anfiteatro comunale per il primo dei sei appuntamenti della rassegna “Teatro sotto le stelle”. Sulla scena – per la regia di Casimiro Gatto – ci saranno Fedele Battipede, Antonio De Biase, Filomena De Tommaso, Nunziato Di Benedetto, Ivan Donadio, Luca Donadio, Marianna Fortunato, Luigi Grisolia, Rosanna Guaragna, Alessandro Laitano, Gabriele Pacenza, Mariella Pudia, Claudio Scriva e Lucrezia Zaccaro. Le scenografie sono di Andrea Magnelli. In quest’epoca di furia tecnologica, avvelenata dall’ansia di denaro e dal consumismo dissennato, la compagnia Aprustum (reduce dai successi de “Le voci di dentro” e di “Lu curaggio de nu pompiere napoletano”), porta in scena questa surreale commedia di Curcio affinché sia divertita riflessione per rivalutare, assolvendoli dal senso di colpa, anche il tempo improduttivo, le pause inerti che rivitalizzano la fantasia e il piacere del sentirsi vivere.
“Nuova dimensione, nuova prospettiva” Estate a San Basile, prosegue il 6 agosto con la compagnia Scena Verticale che porta in scena “Va pensiero…che io ancora ti copro le spalle” di Giuseppe Vincenzi con Dario De Luca accompagnato da Paolo Chiaia alle tastiere. Mentre il 7 agosto spazio ai dilettanti con “La corrida” a cura del centro anziani L’amicizia con Damiano e Salvatore.
A che servono questi quattrini? – SCHEDA
“Il danaro non ha mai dato la felicità a nessuno! Specialmente quann’è poco! ” dice lo sprovveduto Vincenzino Esposito con una riserva di popolana ironia che mette in discussione la tesi del suo maestro filosofo, lo spiantato marchese Eduardo Parascandolo, barbone metafisico. Costui si aggira per i vicoli e i bassi di Napoli, raccogliendo adepti tra gli emarginati e i semplici che plagia con le sue bizzarre e fascinose teorie: “il denaro è un trucco, serve solo ad apparire ciò che non si è” secondo il vecchio furbo Professore. E di conseguenza il faticoso lavoro che lo procura è inutile; la vita è il dolce far niente, l’ozio filosofico, la liberazione della fantasia; la ricchezza inventata può procurare gli stessi vantaggi della ricchezza reale. Tesi che si ribalta in comico paradosso quando la sua applicazione esige al contrario frenetica organizzazione, competenza commerciale, astuzie e praticità dinamiche e non più contemplative che sistemeranno non solo l’incolto Vincenzino, ma pure il suo geniale maestro, inventore di un’eredità inesistente e comunque felicemente risolutiva. Scritta con successo da Armando Curcio per i De Filippo, alla vigilia della seconda guerra, prima che il furore attivo degli eventi devastasse ogni dolcezza, “A che servono questi quattrini?” sa smitizzare con garbo incensurabile retoriche corporativiste o stakanoviste di quegli anni esaltati. La sceneggiatura è condita con battute tanto brillanti quanto intelligenti sul rapporto delle persone con i beni materiali, con l’apparire nella società, con le dinamiche uomo-donna nella vita di coppia. Il tutto con buon gusto e senza mai scadere in volgarità.