Il vicesindaco Oranges parla di effrazione ma c’è pure un’altra versione. La città recentemente sciolta per mafia è ripiombata nella morsa criminale
Un altro gravissimo fatto va ad aggiungersi alla già lunga lista di accadimenti di “nera” che sta travolgendo la città di Corigliano Calabro in queste ultime settimane. Si tratta d’un furto. Ma non uno qualsiasi dei tanti che si stanno registrando da qualche tempo su tutto il territorio cittadino, dal fiume Crati al torrente Cino, dalla zona marittima a quella montana passando per le pianure e le colline del variegato paesaggio.
La notizia perciò non può essere liquidata in poche battute.
Già. E non solo perché il furto è stato consumato in pieno centro, precisamente nel centro storico cittadino e più precisamente a Piazza del Popolo all’interno di quel maestoso “Palazzo Bianchi” destinato a diventare la sede centrale del Municipio, che già ospita alcuni uffici e servizi comunali tra i quali l’Elettorale, lo Stato Civile e l’Anagrafe.
Ed è proprio dall’Anagrafe che sono state trafugate una ventina di carte d’identità “in bianco”.
Il gravissimo misfatto è accaduto circa venti giorni fa ma la notizia è trapelata soltanto nelle ultime ore.
Gl’importanti documenti in bianco recanti il sigillo della Repubblica Italiana e trasmessi dalla Prefettura di Cosenza per il rilascio ed il rinnovo ai residenti nel Comune, sarebbero stati prelevati dai ladri all’interno d’un più consistente “mazzo”.
Ciò ad evitare che, scorrendo i numeri di serie progressivi, gl’impiegati d’ufficio potessero subito accorgersi dell’avvenuto furto.
Un furto tinto di “giallo”. Sulle modalità, infatti, la cronaca registra due diverse versioni.
Quella “ufficiale”, da parte del vice sindaco Francesco Paolo Oranges il quale nel confermare la notizia parla d’«effrazione d’un infisso in vetro sul lato del palazzo comunale interessato da lavori in corso», e quella “ufficiosa” da parte d’alcuni dipendenti degli stessi uffici di Palazzo Bianchi i quali riferiscono invece che il furto sarebbe stato consumato senza alcun tipo d’effrazione di porte o finestre. E quindi, presumibilmente, durante l’orario d’ufficio. Fosse così, il fatto, già gravissimo, assumerebbe contorni ben più inquietanti ed allarmanti.
La sottrazione delle venti carte d’identità in bianco è stata denunciata ai carabinieri da parte della responsabile del Settore Affari Generali cui afferisce l’Ufficio Anagrafe, Italia Salimbeni.
In merito alle indagini gl’investigatori dell’Arma tengono le bocche cucitissime.
La misteriosa sparizione di venti carte d’identità in bianco è cosa assai seria, considerato che molti gravi reati vengono consumati – o celati – attraverso l’utilizzo di documenti falsi.
E’ evidente come la criminalità coriglianese abbia rialzato la testa e in modo davvero prepotente.
Vuole mostrare e dimostrare a tutti che riesce ad infiltrarsi ancora – come in un tempo poco lontano – all’interno del Comune.
Il Comune di Corigliano Calabro è rimasto sciolto per infiltrazioni mafiose e commissariato per due lunghi anni. L’attuale amministrazione, civica e ispirata al Centrodestra, è stata eletta un anno fa ed è guidata dall’ex parlamentare Giuseppe Geraci.