Luci ed ombre del nuovo regolamento comunale a favore delle attività commerciali, artigianali ed erogatrici di servizi, che “viaggia” verso l’approvazione da parte del Consiglio comunale
“Tasse, tasse, tasse, le pagano le masse…” recita un sempreverde quanto veritiero slogan delle manifestazioni di piazza.
Ultimamente accade spessissimo che gli enti “impositori” facciano invece pubblicità altrettanto spesso ingannevole su agevolazioni tariffarie di taluni o talaltri tributi, abbattimenti della pressione fiscale e contributiva.
Invogliando ad “investire” e “intraprendere” in alcune zone piuttosto che in altre, per esempio.
Nei centri storici, in particolare.
«Abbattimento del 70% delle aliquote Imu, Tasi e Tosap per chi investe nel centro storico di Corigliano Calabro: in dirittura d’arrivo il nuovo regolamento comunale a favore delle attività commerciali, artigianali ed erogatrici di servizi per riqualificare la rete distributiva e rivitalizzare il tessuto economico, sociale e culturale del centro cittadino».
E’ l’ultima “grida” dell’amministrazione comunale guidata dal sindaco Giuseppe Geraci.
«La nuova regolamentazione e le incentivazioni – dichiara lo stesso primo cittadino – sono pensate per promuovere l’emersione d’attività identitarie ed artigianali, per incentivare lo sviluppo delle attività commerciali e favorire la vitalità del luogo incrementando gl’immobili con destinazione commerciale».
Il nuovo regolamento, già approvato dalle Commissioni consiliari Urbanistica, Bilancio ed Affari Generali, “viaggia” ora verso l’approvazione da parte del Consiglio comunale.
Prevede un incentivo in favore delle attività commerciali, artigianali o erogatori di servizi, mediante l’abbattimento del 70% delle aliquote Imu, Tasi e Tosap, per coloro che, nell’area interessata, apriranno attività commerciali per la vendita di prodotti alimentari tipici calabresi, prodotti dell’artigianato tipico calabrese, attività di ristorazione come trattorie, locande, pizzerie, “Wine bar”, gelaterie e pasticcerie, agenzie turistiche, strutture ricettive, alberghi, “Bed and breakfast”, affitta camere, agriturismi, gioiellerie, attività di vendita di souvenirs ed oggettistica, attività commerciali d’abbigliamento.
Già.
«Ciò che non è chiaro, oppure è fin troppo chiaro, è questo: il Comune a quale destino affida le poche attività artigianali e commerciali rimaste aperte nel centro storico ed i cui titolari ormai non ce la fanno davvero più?».
La domanda – forse retorica, forse no – viene rivolta da Vincenzo Borgia, il quale, nel centro storico, lungo la centralissima Via Roma, svolge l’attività artigianale di barbiere, uno dei pochissimi rimasti nel borgo antico.
«Qualche giorno fa sono venuti gl’incaricati del Comune a fotografare il motore del condizionatore d’aria, la tenda da sole, le insegne e le fioriere: occupano suolo pubblico e quindi ci devo pagare la Tosap, tassa che va ad aggiungersi all’Imu, alla Tasi, all’Iva, all’Irpef e alle spese vive dell’attività come l’acqua e l’energia elettrica».
Il coraggioso artigiano si barcamena, come quei pochi altri che qui alzano ancora la serranda .
E conclude: «Gl’incentivi del nuovo regolamento dovrebbero riguardare noi: prima di chiunque altro…».