Giornata solenne, quella del 18 luglio 2014, non solo per gli esperti e per gli addetti ai lavori, ma per tutta la comunità cerchiarese molto devota alla sua protettrice Santa Maria delle Armi. Presso l’omonimo Santuario, alla presenza del sindaco Antonio Carlomagno, del presidente della Fondazione “Santa Maria” Luca Franzese, del Rettore del Santuario don Cirigliano, del direttore regionale della Sovrintendenza Prosperetti, dei Sovrintendenti del Mibact Garella e Bianchi, dei tecnici e delle maestranze che hanno eseguito i restauri, sono state scoperte le opere pittoriche venute alla luce durante i lavori di restauro del Santuario. Una scoperta, questa, ritenuta di assoluto valore storico-culturale, perché dal punto di vista degli studi fa pensare a un’origine più antica del Santuario. In base all’antico impianto pittorico ed agli affreschi ivi contenuti, si tende infatti a confermare l’ipotesi che l’antico edificio sacro sia stato utilizzato come rifugio dai monaci basiliani che sfuggivano alla persecuzione iconoclasta di Leone III Isaurico e, in seguito, alla pressione araba in Sicilia. «Una giornata storica – l’ha definita il sindaco Carlomagno – non solo per gli addetti, ma soprattutto per l’intera comunità di Cerchiara, che si trova ad essere custode e mandataria di questo immenso tesoro non solo artistico-culturale bensì umano e sociale, qual’è il Santuario di Santa Maria delle Armi, per il cui restauro l’amministrazione comunale ha profuso costanza ed impegno per la ricerca e l’ottenimento delle risorse. Risorse – ha concluso il primo cittadino – ottenute dalla Presidenza del Consiglio, che hanno permesso la tutela e la salvaguardia di questo meraviglioso giacimento storico-religioso che è patrimonio dell’intero territorio della Sibaritide che, anche grazie a questi ritrovamenti, conferma le proprie lontane e mai obliate origini bizantine».
Pino La Rocca