«Il Comitato dei cittadini dell’Alto Jonio ritiene che il 3° Megalotto della S.S. 106 deve essere realizzato per congiungere con la A3, all’uscita di Firmo, le 4 corsie già costruite fino a Montegiordano, così come tutto il resto della S.S. 106 deve essere a 4 corsie». E’ quanto sostiene in una nota indirizzata al nostro giornale il portavoce dello stesso Movimento Rinaldo Chidichimo sia per precisarne la posizione, sia per correggere alcuni termini usati dall’articolista e ritenuti inappropriati. «Personalmente aggiunge l’avvocato Chidichimo a riguardo – non ho mai accusato i sindaci di tradimento, o adoperato parole come combutta per definire accordi tra Stato e Regione». Termini, questi che, secondo Chidichimo, avrebbero provocato il successivo articolo del “corsivista” Fabio Pugliese «che è convinto – scrive ancora il portavoce del Comitato – che l’unica verità sia la sua e che il dolore di tragedie familiari possa giustificare tutto. Non intervengo – aggiunge Chidichimo – sul tema della sicurezza che ritengo concetto non negoziabile. Mi dolgo soltanto che il leit-motiv delle sue predicazioni (costruire la nuova strada nel più breve tempo, coincidente esattamente con i miei auspici) abbia come unico e insostituibile riferimento la difesa di quel progetto definitivo di Anas che, per le varianti rispetto al preliminare, è ritenuto da altri improponibile». Poi l’avvocato Chidichimo conviene che tutte le Varianti apportate al progetto preliminare scaturiscano da ragioni finanziarie e ritorna a sostenere le ragioni che sottendono la battaglia del Comitato, orientata solamente a salvaguardare l’ambiente «proponendo, non da adesso, – ha aggiunto Rinaldo Chidichimo dopo aver riassunto le proprie tesi – soluzioni meno impattanti e indicando un’alternativa di tracciato che avrebbe, oltre ad altri vantaggi, il merito di completare l’ammodernamento in tempi più brevi e spendendo meno soldi. Per il resto – ha concluso l’avvocato Chidichimo – la mia azienda agricola, sede di uno dei primi agriturismi in Calabria, è impostata come oasi ecologica e… tutto è stato realizzato con i regolari permessi… perché, da ambientalista, sono convinto che la terra debba passare ai posteri senza ulteriori rovine».
Pino La Rocca