Terzo Megalotto della S.S. 106: è stata indetta per giovedì 24 luglio, nella Capitale, la seduta conclusiva della Conferenza dei Servizi che, acquisiti i pareri dei comuni e degli altri enti interessati, dovrebbe chiudere la partita e dare il via all’allestimento dei cantieri che, secondo il crono-programma stabilito in partenza, dovrebbero aprire i cancelli entro il 2015. Il condizionale a questo punto è d’obbligo perché ci sono ancora comuni recalcitranti che potrebbero mettere il bastone tra le ruote e far slittare il tutto. Nel frattempo infatti continuano gli incontri romani dei sindaci il cui fronte, che sembrava essersi ricompattato, tanto è vero che avevano sottoscritto un documento unitario, secondo quanto scrive il sindaco di Amendolara Ciminelli, sembra essersi di nuovo frantumato. Lo si evince dal fatto che lo stesso Ciminelli, insieme ai sindaci di Trebisacce Mundo e di Albidona Aurelio, (presenti per il comune di Trebisacce anche l’assessore Filippo Castrovillari e la dottoressa Caterina Ventimiglia) si sono recati di nuovo a Roma nella giornata di mercoledì per discutere con l’Anas ed il Ministero delle osservazioni presentate dai rispettivi comuni e per tentare in extremis di far cambiare idea allo stesso Ministero e all’Anas. Qui, insieme al parlamentare calabrese Nicodemo Oliverio, hanno incontrato Ermete Realacci in qualità di presidente della commissione Ambiente a cui hanno consegnato la petizione popolare contro le trivellazioni nello Jonio e, dopo aver riconosciuto la validità della sua Interrogazione Parlamentare circa l’impatto ambientale del nuovo tracciato, gli hanno raccomandato di perorare la causa dei tre comuni e le istanze provenienti dai rispettivi territori. Successivamente si sono incontrati con l’ingegnere Gianvecchio presidente della società di progetto “Sirio srl” e con l’ingegnere Finocchiaro funzionario del ministero delle Infrastrutture. Ancora una volta – ha spiegato il sindaco Ciminelli – abbiamo esposto le nostre perplessità circa le criticità del nuovo tracciato e, dalla viva voce del dirigente del Ministero, abbiamo appreso che il problema non è né tecnico, né geologico e né geotecnico. La verità è che non ci sono i soldi per correggere le anomalie ed i guasti che si producono al territorio. A questo punto – ha aggiunto l’avvocato Ciminelli – con il collega-sindaco di Trebisacce abbiamo fatto un passaggio successivo recandoci al Parlamento dove abbiamo incontrato il presidente della commissione Ambiente, Territorio e Lavori Pubblici Realacci e l’on. Oliverio chiedendo a questi ultimi di sollecitare il Governo a reperire la copertura economica della differenza tra i costi del progetto definitivo e le richieste avanzate dai comuni di Amendolara e Trebisacce. Abbiamo inoltre chiesto – ha concluso il sindaco di Amendolara – di sollecitare il Governo a finanziare la parte residua immediatamente ed a prevedere, nella prossima legge di stabilità, il finanziamento residuo per il completamento dell’arteria».
Pino La Rocca