Riparte da Roseto Capo Spulico, com’era già avvenuto in passato, la crociata dei sindaci dell’Alto Jonio e della Sibaritide contro le trivellazioni nel mare Jonio che sembravano ormai scongiurate. La disinvolta autorizzazione di ricerca di idrocarburi nel mare della Sibaritide concessa di recente dal ministero dello Sviluppo Economico in base alla vecchia istanza alla Compagnia “Apennine Energy” ha invece colto tutti di sorpresa, anche perché avverrebbe in prossimità di un comprensorio di oltre 60mila abitanti e per di più nel bel mezzo delle attività turistiche, industriali e ittiche. E’ per questo che, allarmati e preoccupati, martedì sera, convocati dal primo cittadino di Roseto, sindaci, amministratori, referenti politici della zona, associazioni ambientaliste e comuni cittadini si sono dati appuntamento ed hanno dato vita ad un proficuo incontro operativo per riprendere le fila della concertazione istituzionale e per concordare le strategie di lotta più opportune per opporsi energicamente alle ricerche in mare da parte dei petrolieri che, baldanzosi e in barba al ruolo delle autonomie locali, si apprestano a bucherellare il “mare nostrum” in cerca dell’oro nero. All’incontro, oltre al sindaco di casa Rosanna Mazzia ed alla dottoressa Evelina Provenza dell’Arpacal, erano presenti il consigliere regionale Mario Franchino, i sindaci di Cassano Jonio (Papasso), di Amendolara (Ciminelli), di Canna (Panarace), di Plataci (Tursi) e di Castroregio (Santagada) e per i comuni di Rossano l’assessore Alfieri, di Corigliano l’assessore Chiurco, di Trebisacce il vice-sindaco Petta e inoltre rappresentanti dell’associazione per l’autotutela R.a.s.p.a. e inoltre altre associazioni e privati cittadini. Non c’è stato bisogno, perché già assodato in partenza, di approfondire le ragioni che sottendono la netta contrarietà degli enti locali al business del petrolio in danno del futuro di tutti i paesi rivieraschi che aspirano ad uno sviluppo eco-compatibile che punti sulla risorsa-mare. C’era invece da concordare il percorso più efficace per far valere il peso specifico che i comuni possono esercitare per contrastare la “faciloneria” con cui il ministero autorizza le compagnie petrolifere senza tenere conto dei pareri dei comuni. Nell’ambito della discussione ha destato scalpore la rivelazione fatta dal sindaco Papasso e confermata dall’on Franchino circa un favorevole approccio alla problematica da parte del premier Renzi che vedrebbe di buon occhio i presunti benefici economici che deriverebbero dalle attività estrattive. «Equivale – ha minacciato Mario Franchino – ad una vera e propria dichiarazione di guerra contro i comuni. Ecco perché è importante stabilire come muoverci e soprattutto coinvolgere i cittadini». Durissime anche le parole del sindaco Ciminelli, sempre in prima fila in difesa del mare e della “Blue economy”: «Quando Renzi parla di 40mila posti di lavoro, – ha dichiarato Ciminelli – si riferisce alle 40mila persone che moriranno a causa dell’inquinamento per le operazioni che lui vuoi autorizzare, lasciando liberi i loro posti di lavoro». Alla fine della discussione i sindaci hanno concordato di attivare un tavolo tecnico di esperti in grado di produrre studi e analisi idonei ad evidenziare che l’entità della devastazione prodotta dalle trivellazioni provocherebbe la rovina completa della fragile economia turistica, ittica e agricola di tutto l’Arco Jonico. Un comprensorio che fatica più degli altri per sopravvivere, soprattutto in questo grave momento di crisi.
Pino La Rocca