Terzo Megalotto della S.S. 106: i sindaci si stanno dividendo la torta (14milioni di euro, equivalenti al 2% dell’intero importo) destinate alle cosiddette opere compensative, alla faccia dei cittadini e della salvaguardia ambientale. E’ quanto sostiene il Comitato dei Cittadini dell’Alto Jonio per bocca del suo portavoce, l’avvocato Rinaldo Chidichimo, in merito ai reiterati incontri romani (l’ultimo avvenuto proprio ieri) dei sindaci con l’Anas e con il ministero dell’Ambiente. Secondo l’avvocato Chidichimo il Ministero avrebbe chiesto ai sindaci di presentare “un piano d’area complessivo delle opere compensative che tenga conto della tutela ambientale, delle varie sensibilità territoriali e delle criticità provocate dal passaggio della nuova arteria”. Dai primi due incontri romani, sempre secondo il suddetto Comitato, sarebbe uscita fumata nera ma sarebbe difficile immaginare che, di fronte a questa cifra e con i tempi che corrono, i sindaci non cedano alla tentazione di dividersi da buoni amici una torta così appetibile. «Ancor più difficile – scrive l’avvocato Chidichimo con una punta di sarcasmo – è sfuggire alla tentazione di farsi indennizzare dall’Anas promesse elettorali o interventi che non hanno niente a che fare con l’enorme danno ambientale che la nuova arteria provocherebbe al al territorio. E così, gli stessi sindaci, che in un primo momento si sono mostrati recalcitranti rispetto al progetto definitivo e ne avevano chiesto la modifica stigmatizzando l’inaccettabile devastazione ambientale delle varianti apportate rispetto al progetto preliminare, si sono messi, buoni buoni, a tavolino con il colleghi, hanno concordato i criteri della divisione del malloppo ed ora stanno compilando la lista della spesa». Ecco allora che il Comitato Civico, che aveva scommesso nel sostegno dei sindaci, si sente tradito tanto da non nascondere che «la notizia dell’accordo tra i comuni ha causato sconcerto e preoccupazione… L’impressione – scrive ancora l’ex presidente della Cassa di Risparmio pensando di aver individuato il presunto deus ex machina del ripensamento dei sindaci – è che sia in atto una forzatura ad opera dell’assessorato regionale ai LL. PP. in combutta con l’Anas ed il ministero delle Infrastrutture – per far accettare l’ultimo tracciato proposto agitando lo spettro della revoca del finanziamento (si ricorda: solo 698,4 milioni di euro, a fronte di necessità ben più elevate), senza peraltro assicurare l’integrazione delle risorse mancanti e l’avvio rapido dei lavori». Secondo il Comitato Civico il riparto del “goloso malloppo” avrebbe insomma tacitato i sindaci e fatto passare in secondo piano ogni altra rivendicazione, facendo prevalere la sola logica del riparto secondo il numero degli abitanti, trascurando il differente impatto ambientale a danno dei vari comuni e «non pretendendo alcuna garanzia sugli ipotetici 1.500 posti lavoro sbandierati dall’assessore Gentile”… Il tutto – secondo il portavoce del Comitato – per effetto della “pillola avvelenata” che si tenta di far ingoiare ai comuni… Per cui – è la conclusione del Comitato Civico – o si torna al progetto preliminare  reperendo le risorse mancanti e procedendo per singoli lotti, realizzando subito le tratte più problematiche con particolare riguardo a quelle percorse ancora dalla vecchia 106, o si realizzano le gallerie indispensabili nei comuni di Roseto, Amendolara e Trebisacce, raddoppiando l’esistente nel resto del tracciato».

Pino La Rocca


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