Terzo Megalotto della S.S. 106: la R.a.s.p.a. (rete delle associazioni per l’autotutela) lancia un accorato appello agli otto sindaci dei comuni interessati: «Nel prendere qualsiasi decisione, nel cedere di un solo millimetro rispetto alle vostre convinzioni, nei momenti in cui la resa sembra l’unica alternativa alla sconfitta, vi preghiamo di ricordare l’impegno che avete preso con tutti i vostri cittadini, quello cioè di proteggere e difendere la loro casa, la loro terra e il loro futuro. Non li tradite. Non ci tradite. Non traditevi». E’ con questo appello con cui si conclude la lettera aperta rivolta ai sindaci che oggi sono stati convocati di nuovo a Roma per discutere delle opere compensative che spettano agli otto comuni in ragione dell’impatto ambientale che ognuno di essi subisce ospitando un tratto della realizzanda arteria. «Indubbiamente una grande opera, – scrivono quelli della Raspa – che appare ineluttabile e inevitabile, è destinata ad attraversare il nostro territorio, modificandone in modo irreversibile l’aspetto attuale, a cui da decenni siamo abituati e di cui siamo, chi più chi meno, siamo perdutamente innamorati». Partendo da questo presupposto, la lettera indirizzata ai sindaci decanta il valore storico-ambientale dell’Alto Jonio e della Piana di Sibari, rispetto al quale, secondo la Raspa, nessuna ricompensa economica, per quanto allettante, può ritenersi veramente compensativa. «Dare la possibilità all’ANAS – si legge ancora nella lettera – di realizzare un tracciato nuovo rispetto alla soluzione sicuramente meno impattante di un’altra corsia realizzata in affiancamento al percorso esistente, come da noi suggerito, darà ai comuni, come compensazione dello scempio ricevuto, le seguenti cifre: Cassano euro 3.055.000, Amendolara euro 2.467.697, Albidona euro 394.139, Cerchiara euro 854.549, Francavilla euro 978.715, Roseto euro 1.229.261, Trebisacce euro 3.357.882, Villapiana euro 1.751.486. Certo – ammettono i componenti della Raspa citando uno per uno i beni ambientali più preziosi e suggestivi dello scenario naturale che sarà attraversato dalla nuova arteria – in un periodo di grosse difficoltà economiche per tutti i comuni, è ben chiaro che simili cifre sono una tentazione fortissima, soprattutto perché sicuramente potranno essere utilizzate per migliorare diversi aspetti della vita dei cittadini. Ma ognuno di questi luoghi magici, – si legge ancora nella lettera – rappresenta una delle eccellenze di quell’anfiteatro naturale che dalle colline del Pollino scende verso la piana di Sibari per gettarsi nell’arco dello Jonio, è un posto perfetto per dirsi, col cuore pieno di fierezza ”che spettacolo unico”! “Non crediamo davvero – ricordano gli ambientalisti della Raspa riportando i versi di Francois Lenormant – che esista in nessuna parte del mondo qualcosa di più bello della pianura ove fu Sibari. Qui è riunita ogni bellezza: la ridente verzura dei dintorni di Napoli, la vastità dei più maestosi paesaggi alpestri, il sole ed il mare della Grecia”. In ragione di tutto ciò – concludono Tullio De Paola e Francesco Delia a nome della Raspa – la nostra preghiera è la seguente: quando impugnerete la penna per firmare il documento con cui accettate queste cifre, ricordate bene che il prezzo che state accettando è quello con cui baratterete la qualità della vita degli uomini e delle donne dell’Alto Ionio. Chiedetevi perciò se il gioco vale la candela…».
Pino La Rocca