Si acuisce la tensione tra i 7000 braccianti agricoli assunti da cooperative di servizio e l’Inps (l’istituto di previdenza) perché quest’ultimo non vuole riconoscere a questi lavoratori il loro rapporto di lavoro, con la conseguenza che ai braccianti non viene riconosciuta l’indennità di disoccupazione e l’eventuale malattia. Secondo i massimi rappresentanti del Movimento spontaneo denominato Raggio di Sole, che sta difendendo le posizioni dei braccianti, in alcuni casi l’Inps avrebbe già emesso un provvedimento di revoca dell’indennità pensionistica. Nella giornata di ieri, proprio allo scopo di tenere alta l’attenzione dell’opinione pubblica e delle istituzioni verso questa problematica, il Movimento ha organizzato un presidio davanti alla sede Inps di Rossano, ed in quella circostanza Giovanni Petrelli, che è il coordinatore del Movimento, ha annunciato per domani pomeriggio alle ore 19 un’assemblea di tutti i lavoratori coinvolti, al fine di stabilire quali azioni di lotta da intraprendere per cercare di sbloccare la vicenda. Al vaglio dei responsabili del Movimento vi è anche l’ipotesi di bloccare la sede Inps di via Acqua di Vale nel centro storico di Rossano. Il Movimento Raggio di Sole vuole far sapere che l’aspetto di tutta questa vicenda che maggiormente amareggia è l’atteggiamento “fortemente ostativo” tenuto sin qui dai vertici locali, provinciali e regionali dell’Inps, atteggiamento, sottolineano ancora dal Movimento, che comporta una perdita per il territorio pari a circa 20 milioni di euro, favorendo con ciò un continuo aumento dell’impoverimento socio-economico già abbastanza latente in tutta la Piana di Sibari. Anche se ufficialmente da parte dell’ente previdenziale non vi è alcuna risposta alle sollecitazioni portate dal Movimento, appare più che evidente che il rifiuto dell’Inps di riconoscere le indennità a questi 7000 braccianti agricoli sia da mettere in relazione alle inchieste giudiziaria che negli ultimi anni hanno interessato il comparto del bracciantato agricolo con il versamento di contributi a soggetti che in effetti mai si sarebbero recati nei campi a lavorare.
La Redazione