Riapprovato, finalmente, e si spera in modo conclusivo, “il progetto esecutivo relativo ai lavori da attuare sull’impianto di depurazione, sulle pompe di sollevamento e sui collettori fognari, destinati a ridurre le criticità ambientali al fine di migliorare la balneabilità del mare”. E’ quanto si legge nell’Albo Pretorio del comune ed è quanto i cittadini aspettano da quasi tre anni, perché si tratta di un finanziamento regionale datato 9 settembre 2011, finalizzato ad efficientare tutto il sistema di depurazione delle acque reflue, dal depuratore alle pompe di sollevamento ed ai collettori fognari che, se è stato concesso un finanziamento di oltre 900mila euro, vuol dire che presenta delle serie criticità. Era quindi, a giudizio di tutti, un intervento che andava realizzato in tempi stretti e non certo a distanza di circa tre anni dalla concessione del finanziamento e soprattutto a stagione estiva già in corso. Un anno lo ha fatto trascorrere la Giunta-Bianchi e due anni gli attuali amministratori. Ora il progetto ed il relativo quadro economico, redatti da un pool di tecnici formato dagli ingegneri Vincenzo Malatacca e Lorenzo Vincenzi e dall’architetto Maddalena La Polla, è stato finalmente ri-approvato dalla Giunta Comunale in data 16 giugno, ma  ci vorranno altri tempi tecnici per procedere alla gara di appalto e passeranno quindi altri giorni, forse altri mesi, prima che si metta mano al sistema fognario di cui il depuratore è il centro nevralgico. Un depuratore che, da quanto è dato sapere, è ancora sotto sequestro da parte dell’autorità giudiziaria, in quanto il contenzioso in atto tra il comune di Trebisacce a la ditta D’Ambrogio che lo ha gestito fino dicembre scorso, su chi doveva farsi carico dello smaltimento, non ha consentito finora di eliminare dall’impianto e smaltire secondo la normativa vigente, i fanghi attivi di risulta, accumulati e accatastati in adiacenza al depuratore da oltre 5 anni. Vero è che, secondo quanto hanno precisato il sindaco Mundo ed il delegato all’Ambiente Schiumerini, il depuratore continua a svolgere il proprio compito a prescindere dalla presenza dei fanghi accumulatisi nel corso degli anni. Ma che fine ha fatto, ci si chiede, “il registro dei fanghi” attivi da smaltire? Chi doveva controllare il periodico smaltimento dei fanghi e non l’ha fatto e se non l’ha fatto a Trebisacce è probabile che non l’abbia fatto neanche negli altri comuni? Qual’è, ci si chiede ancora, il compito dell’Arpacal oltre a quello di effettuare periodicamente le analisi delle acque destinate alla balneazione? Domande legittime, queste, che ogni cittadino si fa, specie quando si reca in spiaggia e si rende conto che il mare non è proprio invitante come dovrebbe essere.

     Pino La Rocca