Nonostante l’acclarata carenza di operatori sanitari, altri tre medici-cardiologi in servizio presso l’ex ospedale di Trebisacce sono stati trasferiti a Castrovillari. Continua così, senza tregua, lo stillicidio dei tagli e la conseguente desertificazione sanitaria dell’Alto Jonio. La qual cosa ora mette a rischio anche la stagione estiva perché i turisti, siccome non si fidano di un’assistenza sanitaria che fa acqua da tutte le parti si dirigono altrove. Sembrano distanti anni-luce, infatti, le roboanti promesse dell’ex governatore Scopelliti: «Riapriremo, presso gli ospedali “di confine” di Trebisacce e Praia a Mare alcune divisioni ospedaliere. Prima della prossima stagione estiva, considerata la crescita esponenziale dell’utenza turistica, presso gli stessi presidi sanitari sarà attivato un Pronto Soccorso “avanzato h/24” in grado di fronteggiare l’emergenza sanitaria, attrezzando le postazioni con un organico medico adeguato e dotando le stesse postazioni di mezzi adeguati, tra cui più ambulanze ed un eli-soccorso in grado di alzarsi in volo anche di notte». Erano queste le promesse pre-elettorali dell’ex governatore Scopelliti il quale aveva a suo tempo riconosciuto che chiudere gli ospedali “di confine” di Trebisacce e Praia a Mare era stato un errore strategico, sia perché si era determinato un grosso vuoto sanitario nell’Alto Jonio e nell’Alto Tirreno, sia perché nel frattempo era cresciuta la migrazione sanitaria verso le regioni confinanti. Un bluff, propaganda politica! Così avevano bollato gli annunci pre-elettorali dell’ex governatore i suoi avversari politici. In realtà la stagione estiva è ormai arrivata e delle promesse pre-elettorali di Scopelliti non si parla più. Non solo non ci sono stati i riscontri annunciati, ma oggi si parla sempre più scopertamente del rischio che venga chiusa anche la Lungodegenza per carenza di personale medico, anche perchè l’ultimo atto ufficiale del DG Scarpelli parla del trasferimento a Castrovillari dei tre dirigenti-medici di Cardiologia finora in servizio presso il CAPT di Trebisacce e che garantivano l’attività presso la Lubngodegenza-RSA (residenza sanit. assistita) i quali, a far data dal 16 giugno 2014, sono stati “funzionalmente assegnati all’UOC di Cardiologia dell’ospedale-spoke di Castrovillari, laddove, – si legge testualmente – il direttore UOC di Cardiologia utilizzerà i suddetti sanitari in maniera integrata e funzionale garantendo comunque presso il CAPT di Trebisacce tutte le attività ambulatoriali allo stato presenti, nonché la pronta reperibilità cardiologica di supporto al PPI di Trebisacce nonché alla RSA. Il dottor Lamenza, – si legge infine – per garantire l’attività della RSA medica e di Lungodegenza utilizzerà solo le tre unità mediche già presenti, nonché la dottoressa Zannini in servizio presso l’ospedale-spoke di Rossano per almeno due volte a settimana». Per la verità i suddetti Cardiologi, prendendo in prestito il dono dell’ubiquità di cui era miracolato Sant’Antonio da Padova, garantiranno l’attività di cardiologia ambulatoriale e l’assistenza al PPI di Trebisacce e nel frattempo saranno anche a Castrovillari a disposizione del dottor Bisignani direttore della Cardiologia. Nel frattempo, però, il responsabile della Lungodegenza e Geriatria che continua a chidere altri medici per poter assicurare i turni, sarà costretto a bloccare i ricoveri e, se non ci saranno altre novità, sarà costretto a chiudere i battenti per carenza di medici.
Pino La Rocca