Pubblico e privato decisamente “contro” la chiusura dell’Ufficio dell’Agenzia delle Entrate il cui destino purtroppo sembra essere ormai segnato. Il comune di Amendolara, da parte sua, ha esperito tutti i tentativi istituzionali possibili. Forse è mancata in questa circostanza (ma non è purtroppo l’unica!) la sinergia degli altri comuni del Comprensorio, a dimostrazione che ormai l’Alto Jonio ha smarrito la sua coesione politica e ci si muove sempre più in modo disorganico. I cittadini, da parte loro, hanno promosso una sottoscrizione popolare che ha registrato migliaia di firme, ma le firme restano sulla carta e non fanno alcun rumore. Da parte sua la signora Patrizia Molinari, più come cittadina che come dipendente dell’Ufficio, ha promosso la petizione popolare e, per dare maggiore vigore alla protesta, ha iniziato da alcuni giorni lo sciopero della fame che va avnti ad oltranza. Purtroppo nell’Alto Jonio, spogliato di tutto e rimasto ormai nudo, è subentrata la rassegnazione e la gente ha perduto finanche la forza di protestare, sicchè dal prossimo 30 giugno su uno degli ultimi avamposti dello Stato, istituito ai primi del ‘900, calerà inesorabilmente il sipario. L’amministrazione comunale guidata dal sindaco Ciminelli, pur avendo dichiarato di non voler alimentare alcuna guerra tra poveri con Sibari, ha fatto tutto il possibile: dopo essersi accollato già da tempo il costo della pigione dello stabile (625.00 euro al mese), dopo aver protestato a lungo con il Ministero e la Direzione Nazionale e Provinciale, da ultimo ha proposto di ospitare l’ufficio nei locali del comune, accollandosi tutte le spese di gestione, comprese le utenze di luce e telefono e pulizia dei locali. Finora però non c’è stato alcuno spiraglio di ravvedimento da parte della Direzione Generale. Quasi che i circa 2/3mila euro che si spendono per tenere in vita l’ufficio fossero determinanti per riequilibrare il PIL nazionale. L’ultimo tentativo esperibile è quello di vietare il transito ed impedire l’accesso dei mezzi pesanti che sposteranno tutte le attrezzature dell’ufficio a Sibari. Cosa che è stata fissata per il 25 giugno prossimo. Proprio per questo il sindaco Ciminelli, come extrema ratio, ha emesso un’Ordinanza con la quale vieta per quel giorno il transito dei mezzi pesanti su Viale Lagaria su cui insiste l’Ufficio. Basterà per scongiurare il trasferimento dell’ufficio? E’ difficile ipotizzarlo anche perché la stessa cosa si era tentata di fare a Rossano per contrastare la chiusura del Tribunale. E si sa bene come è andata a finire!
Pino La Rocca