Entra nel vivo la fase attuativa dei progetti integrati per lo sviluppo dei Servizi Sociali e dell’Assistenza a favore delle persone anziane non autosufficienti ed a favore dell’infanzia in difficoltà. Si tratta di progetti intercomunali, in parte già finanziati, destinati alle popolazioni del Distretto Sanitario “Jonio-Nord” che identificano Trebisacce quale comune capo-fila e comprendono tutti i paesi dell’Alto Jonio, oltre naturalmente a Cassano Jonio. Il coordinamento e l’armonizzazione delle varie attività, sono affidati alla delegata ai servizi Sociali dottoressa Katia Caprara che si avvale della consulenza tecnica del dottor Ugo Ferraro e dell’Ingegnere Francesco Calà. Il primo incontro operativo, necessario per individuare il piano territoriale degli interventi, è stato riservato ai sindaci. Quello di mercoledì 30 aprile, tenutosi nella sala consiliare del comune di Trebisacce, ha invece riunito e messo a confronto i referenti dei progetti con i rappresentanti dell’Asp, con le Associazioni di Volontariato e con le Cooperative di Servizio che, oltre a fornire le figure professionali disponibili, dovranno fungere da filtro per individuare nelle varie realtà territoriali i casi di bisogno e le persone con i requisiti necessari per l’accesso ai servizi, monitorando soprattutto i contesti familiari caratterizzati da miseria ed emarginazione sociale a favore dei quali predisporre gli interventi specialistici adeguati, con l’utilizzo delle risorse collegate ai progetti che vengono garantire in parte dalla Regione (435mila.528 euro) e in parte dal Ministero attraverso il PAC (piano ascolto e coesione). Si tratta insomma di predisporre un Piano Territoriale degli Interventi che, attraverso la concertazione dei vari protagonisti del progetto, individui i reali bisogni e metta in rete le azioni più appropriate per combattere il disagio, soprattutto della popolazione anziana non autosufficiente e prevenga i casi di sofferenza psico-fisica dell’infanzia. Un compito, questo, che può essere assolto con l’utilizzo dei fondi resi disponibili dalle istituzioni ma che richiede quella particolare sensibilità umana di cui sono ricche le tante associazioni di volontariato presenti sul territorio.
Pino La Rocca