Il riconoscimento conseguito da Civita, inserito tra gli oltre duecento “borghi più belli d’Italia”, inorgoglisce l’intero territorio del Parco nazionale del Pollino, di cui il caratteristico comune arbereshe (italo-albanese) fa parte. Insieme con Morano Calabro, e si spera presto con altri comuni del Parco (sono al vaglio dell’associazione le candidature di Aieta, in Calabria, e Viggianello, in Basilicata), Civita rappresenta «un esempio da imitare», avendo saputo costruire nel tempo una qualificata accoglienza ed ospitalità diffusa, preservato il suo aspetto urbanistico e paesaggistico, tutelato e valorizzato le peculiarità naturalistiche che lo contraddistinguono: tra tutti il canyon del Raganello.
Domenico Pappaterra, presidente del Parco del Pollino, intervenendo alla cerimonia di consegna del titolo di “borghi più belli d’Italia”, alla presenza del direttore dell’associazione nazionale, Umberto Forte – che ha proposto di svolgere l’assemblea nazionale 2016 proprio a Civita – ha dichiarato che «Civita è un prototipo che dev’essere da esempio per gli altri comuni».
Per Pappaterra «da Civita è arrivato un messaggio all’intero nostro Paese, la cosiddetta “Italia minore”, dove si annoverano tante bellissime realtà. Civita ha saputo mettere insieme – ha continuato Pappaterra – la grande capacità delle Istituzioni pubbliche di offrire uno scenario urbanistico, architettonico, paesaggistico, straordinario, e l’iniziativa privata di uomini e le donne di questa comunità che hanno saputo, anche perché vivono in un’area protetta, costruire un’ospitalità diffusa, dell’accoglienza, della ristorazione tipica che è oggi giorno un risultato importante».
Roberto Fittipaldi