Se l’asfaltata nello Scalo a qualcuno è sembrato una soluzione accettabile per limitare i disastri prodotti in passato, quello che sta succedendo sul nostro litorale, dal fiume Coriglianeto fino ai confini con Rossano, ha del surreale. Anche qui si parla di un finanziamento messo a disposizione dalla Comunità Europea, che prevedeva la spessa di 2,4 milioni di euro, aggiudicata per 1,69 milioni, per una riqualificazione funzionale ed ambientale di quella parte del nostro litorale lasciato al degrado per troppi anni.
Il progetto prevedeva la realizzazione di un’area pedonale realizzata in terra stabilizzata posata su di un sottofondo compattato e lavorata per resistere all’usura; il tutto permeabile ed ecologico ed invece magicamente ritroviamo colate e colate di cemento.
In questo caso la cosa è molto più grave: stiamo parlando di un progetto che interessa un’area ad alto rischio inondazioni (R4) ed a rischio erosione costiera (R2). Il Piano Stralcio di Bacino per l’Assetto Idrogeologico (PAI) prevede che nelle aree predette sono vietate tutte le opere e attività di trasformazione dello stato dei luoghi, di carattere urbanistico ed edilizio, ad eccezione di quelle volte alla bonifica dei siti inquinati, ai recuperi ambientali e in generale alla ricostruzione degli equilibri naturali alterati e all’eliminazione dei fattori d’interferenza antropica. Invece la cementificazione di tutta la superficie pedonale va nella direzione opposta.
Appare alquanto difficile che l’area pedonale potrà mai essere arricchita con alberi ombreggianti e verde decorativo, creando così un luogo di aggregazione con la possibilità di passeggiare e socializzare, così come prevedeva il progetto. Inoltre la pista ciclabile doveva essere pavimentata in legno ecologico e non si vede ancora l’ombra delle dune costiere.
Questa volta però appare alquanto evidente che non è stato semplicemente snaturalizzato un progetto, si è fatto molto di più: Da un progetto di chiaro indirizzo ambientale, di recupero e bonifica, si è passati ad una cementificazione unica con un aumento piuttosto che una diminuzione dei fattori di rischio. Rischio inondazione che potremo valutare già dalle prossime piogge torrenziali.
Non è più accettabile restare fermi a guardare mentre qualcuno utilizza, quei pochi finanziamenti europei intercettati, in modo così ottuso mortificando ulteriormente il nostro territorio invece di valorizzarlo.
Non ci fermeremo a questa denuncia pubblica ma siamo intenzionati ad andare in fondo a questa storia, capire chi ha voluto tali modifiche e soprattutto per quale ragione. E’ necessario che chi agisce contro gli interessi della collettività ne paghi le conseguenze.
Movimento Terra e Popolo – Corigliano Calabro
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