La settimana santa giunta ormai ad uno dei momenti più tristi e cupi per i cristiani, infatti oggi venerdì santo è il giorno della morte di nostro Signore, Gesù Cristo, è particolarmente sentita e vissuta in città. Soprattutto nel centro storico c’è attesa per rivivere questa sera, a partire dalle ore 20.30 la “processione dei misteri”. Si tratta di uno dei momenti di fede che in città, al pari della festa patronale in onore di San Francesco di Paola, è molto sentito e partecipato. Una processione che alcuni studiosi fanno risalire all’ottocento, e che nel corso dei secoli non ha mai perso il suo fascino, ma che soprattutto ha visto sempre crescere la partecipazione popolare. Ad organizzarla è la Confraternita Maria SS dei Sette dolori che ha in Franco Cardamone il priore. La Confraternita, sempre secondo gli studiosi di storia locale, sarebbe sorta sul finire del 1500 ed è seconda, come data di fondazione a quella di San Giacomo. L’appuntamento con le statue della processione dei misteri, come si diceva, è per stasera alle 20.30 dalla “Ghesiella”, la piccola chiesa della Congrega che si trova ubicata proprio ai piedi del castello ducale, quindi nel cuore del centro storico. La caratteristica davvero significativa di questo momento di fede è il percorso che il corteo effettua lungo le stradine e viuzze del centro storico. “Un centro storico – ci dice Giuseppe che abita in via Tricarico – che riprende vita, colori, animosità. Io partecipo alla processione ormai dalla metà degli anni 50, eppure devo dire, che dalla metà degli 80 allorquando il centro storico subì una sorta di abbandono per via delle tante famiglie che preferirono scendere giù in pianura, la sera della processione dei misteri sembra che questo spopolamento della parte più antica della città non sia mai avvenuto. Questo perché la gente è tanta che è presente in ogni angolo da dove passerà il mesto corteo. Ecco perché dico che questo appuntamento di Pasqua, insieme a quello della festa in onore di San Francesco sono i due momenti durante i quali il centro storico riprende vita”. Ma quali sono i motivi che spingono giovani e meno giovani a prendere parte alla processione dei misteri ? “Innanzitutto perché – ci spiega Arturo che abita a Corigliano centro – il coriglianese ha uno stretto rapporto con le proprie radici e con le sue tradizioni. “A prucissione i ru venniri sant” è momento al quale non si può mancare, forse perché qualcuno ci ha raccontato quello che avveniva un tempo, forse perché qualcuno della nostra famiglia ha fatto parte della Congrega, forse perché sin da bambini abbiamo vissuto questi momenti, fatto sta che il richiamo è forte”. C’è chi comunque sostiene che in molti partecipano alla processione più per una sorta di “atto dovuto” o esibizionismo, e non perché magari vogliono cogliere il messaggio di fede che questa rappresentazione ha: “Non sono proprio d’accordo – ci dice il giovane universitario Francesco in città per le festività – perché quella è sicuramente una sparuta minoranza. Io posso dire che tanti giovani come partecipiamo con fede e meditazione alla processione. Oggi c’è tanto bisogno di credere, di avere fede in Dio, e grazie alla presenza di un Papa come Francesco, sono convinto che noi giovani, ma non solo, abbiamo trovato quel punto di riferimento che nella chiesa mancava”.
Giacinto De Pasquale