C’è una notizia. L’hanno data, con tanto d’intervista in studio al Presidente provinciale di Federfarma Cosenza, Alfonso Misasi, pure al telegiornale regionale del servizio pubblico Rai. C’è che il Centro unico prenotazioni (Cup) dell’Azienda sanitaria provinciale di Cosenza in questi giorni sta facendo il suo “approdo” nelle farmacie del territorio provinciale. Il servizio viene pubblicizzato attraverso le convenienti motivazioni delle «meno file agli sportelli» dell’Azienda sanitaria e dei «minori disagi per offrire un migliore accesso alle prestazioni sanitarie pubbliche».
Duecentosei le farmacie dislocate in tutta la provincia hanno già aderito all’iniziativa promossa dall’Azienda sanitaria provinciale di Cosenza e Federfarma.
In un comunicato diffuso qualche giorno fa, i dirigenti dell’Azienda sanitaria affermano che «pur tra mille ed oggettive difficoltà si fa un passo avanti per garantire una proposta assistenziale equa, accessibile a tutti e più a misura delle esigenze dei cittadini».
L’iniziativa “Cup in farmacia”, s’afferma ancora, «è nata grazie a un accordo, fortemente voluto dall’Asp di Cosenza e siglato con Federfarma Cosenza, e prevede la prenotazione e la riscossione del ticket delle prestazioni incluse nelle agende del centro unico prenotazioni. Il cittadino potrà effettuare la prenotazione ed il pagamento del ticket, durante gli orari di apertura delle farmacie. L’obiettivo è quello di potenziare il sistema di accesso e fruibilità delle prestazioni sanitarie per tutti i cittadini, riducendo al minimo i disagi connessi al disbrigo delle pratiche burocratiche».
Tutto ciò, però, sarà possibile solo a fronte di quello che la dirigenza dell’Azienda sanitaria definisce «un minimo contributo», senza altro specificare.
E che, tradotto in cifre, ammonta a ben due euro!
In sostanza, il servizio pubblico – l’Azienda sanitaria ma anche la testata giornalistica regionale della Rai – anziché potenziare da un lato e perorare dall’altro il sacrosanto servizio pubblico, favoriscono da un lato e sostengono dall’altro un servizio pubblico sì ma offerto da privati ad un costo per niente “minimo” se si considerano i tanti balzelli imposti dalla sanità pubblica regionale su ricette mediche e farmaci, solo per citare quelli più odiosi. Altri due euro! Alla faccia d’una crisi economica che troppo spesso di questi tempi non consente ai cittadini di concedersi “il lusso” d’una prestazione sanitaria pubblica perché non se la possono permettere!
L’iniziativa dell’Azienda sanitaria provinciale e di Federfarma Cosenza avrebbe un senso positivo solo e soltanto se a sostenerne i costi fosse proprio l’Azienda sanitaria.
Che, invece, potrebbe potenziare i propri sportelli di prenotazione e lenire i disagi ai cittadini che sostiene di voler lenire…