Quando ormai nessuno ci credeva più a Rossano compare magicamente l’attrezzatura per fare la tomografia computerizzata, la TAC. Per mesi infatti l’ospedale Giannettasio, che serve un comprensorio enorme, è stato sprovvisto dell’attrezzatura o del personale necessario per questo importante esame diagnostico e non sono mancati episodi raccapriccianti di pazienti costretti a muoversi verso altri nosocomi in condizioni pietose, persino in fin di vita. A questo punto non possiamo fare altro che sperare che questa assurda vicenda da terzo mondo occidentale sia veramente giunta al termine, ma ciò che di certo permane, purtroppo, è la condizione di profonda e oscena inciviltà della sanità sul nostro territorio.
Merito, lo ribadiamo, di quel cosiddetto “piano di rientro” promulgato dal Commissario Scopelliti che continua a tagliare non gli sprechi enormi dell’apparato sanitario regionale, ma i servizi per i cittadini, e quando il servizio in questione comporta il diritto alla salute, non può non trattarsi di un atto criminale nei confronti delle comunità calabresi.
In attesa del fantasmagorico ospedale della Sibaritide, ciò che i cittadini vivono sulla propria pelle ormai da anni è un servizio sanitario indecente: i reparti critici degli ospedali di Rossano e Corigliano sono continuamente in emergenza, sprovvisti di personale e di medicinali, spesso persino di cancelleria e abbigliamento di lavoro; le liste d’attesa per esami diagnostici di ogni tipo, compresi quelli per l’individuazione di patologie tumorali, sono chilometriche e spesso implicano mesi e mesi di aspettativa; i reparti di pronto soccorso sono sistematicamente in tilt, incapaci di offrire accoglienza e cure degni di un paese civile. Tutto questo è stato causato in primo luogo dalle scellerate chiusure degli ospedali di Cariati e di Trebisacce che, senza alcuna logica, hanno riversato sugli ospedali di Rossano e Corigliano tutta l’utenza del territorio nonostante questi due nosocomi fossero già in una situazione profondamente critica. Lo squallido giochino dei reparti ha fatto il resto, con spostamenti e chiusure insensati che rispondono esclusivamente a squallide logiche politiche senza rigore, spirito di servizio o rispetto per la dignità umana.
A proposito, chiediamo alla Direzione Sanitaria di distogliere l’attenzione per qualche secondo dalle scandalose vicende giudiziarie che la riguardano chiarificando, una volta per tutte, quale sarà il destino del Pronto Soccorso di Corigliano su cui continuano a rincorrersi voci di una possibile chiusura o ulteriore dimensionamento.
Rimbombano ancora le parole di coloro che hanno difeso o continuano a difendere, per miserabile disciplina di partito, questo scellerato piano di rientro e non possiamo non citare il consigliere regionale Caputo il quale, fino a qualche mese fa sosteneva che il piano sanitario avrebbe fatto degli ospedali di Rossano e Corigliano gli “ospedali delle eccellenze”. A fargli cambiare idea non sono stati i morti in ambulanza o le centinaia di casi di indecenza del servizio sanitario, ma la scissione del PDL e la nascita di Forza Italia, una testimonianza emblematica della bassezza e della mediocrità di questa classe dirigente.
Ciò che fa più rabbia è che a fronte degli enormi sacrifici che si stanno imponendo alle nostre comunità, gli sprechi titanici nella sanità calabrese continuano senza alcun tentennamento e si riproducono in mille modi, dai corsi di formazione agli istituti privati degli amici, dagli affitti faraonici ai mega-stipendi, certificando inequivocabilmente ciò che sosteniamo da tempo: il buco della sanità calabrese non è causato dai servizi ma dalla classe politica locale e regionale.
Il fatto che i vertici della Azienda Sanitaria Provinciale sembra siano stati sorpresi a lucrare ingordamente, a braccetto con la classe politica, sulle spalle dei cittadini calabresi non può passare inosservato e non è affatto irrilevante dal momento che quegli stessi soggetti hanno proposto e diretto lo smantellamento degli ospedali sul nostro territorio con il pretesto paradossale della lotta agli sprechi. Non ci sono più scuse.
La riapertura degli ospedali di Cariati e Trebisacce ed il ripristino delle funzionalità degli ospedali di Rossano e Corigliano non sono delle possibilità valutabili, sono provvedimenti da emanare improrogabilmente e con straordinaria urgenza, in attesa della realizzazione dell’ospedale unico il quale non può e non deve sostituire i presidi esistenti, ma deve essere integrato in un sistema sanitario finalmente decente.
Movimento TERRA e POPOLO – Rossano