«Il progetto definitivo della nuova S.S. 106 disattende completamente il parere della Commissione Speciale VIA (valutazione impatto ambientale) del ministero dell’Ambiente. Esso prevede infatti l’attraversamento di tutti i terrazzi marini, nessuno escluso, in superficie e non più in tunnel. Il suo impatto è devastante perché il paesaggio viene compromesso definitivamente. Tutto questo per noi è inaccettabile e chiediamo il rispetto del progetto preliminare con le prescrizioni della Commissione Speciale VIA e della Delibera CIPE n. 103». Questa, in buona sostanza, la motivazione con la quale l’amministrazione comunale di Trebisacce, attraverso una delibera di Giunta, si oppone al progetto presentato nelle settimane scorse ed ha chiesto ufficialmente al ministero dell’Ambiente di intervenire per farlo e di pretenderne l’adeguamento al progetto preliminare che era stato sottoposto, circa 10 anni orsono, ai sindaci del tempo i quali lo avevano approvato perché lo ritenevano rispettoso dell’ambiente e degli interessi paesaggistici, agricoli e turistici. La Delibera di Giunta è ovviamente accompagnata da una dettagliata relazione tecnica che, attraverso tutta una serie di dati e con il supporto di numerose aero-fotogrammetrie, mette dettagliatamente a confronto il progetto preliminare, approvato dal CIPE nel 2007 e quello definitivo consegnato al comune nel febbraio 2014, cogliendone tutti gli aspetti peggiorativi che portano alla conclusione che il progetto definitivo è completamente diverso rispetto a quello preliminare soprattutto per quanto concerne gli ultimi 12 km. (quelli morfologicamente più complessi e più preziosi dal punto di vista paesaggistico). «Negli ultimi 12 chilometri – si legge nella relazione tecnica del comune – che vanno dal Torrente Pagliaro al Torrente Ferro e che attraversa i comuni di Trebisacce, Albidona e tutto il territorio di Amendolara, la livelletta della strada è stata alzata di circa 40 metri per cui i pianori terrazzati che nel progetto preliminare rimanevano illesi perché attraversati in gallerie naturali, vengono fratturati e completamente sfigurati; le gallerie naturali previste, per una lunghezza di 5 Km. e 644 metri, sono state soppresse; i viadotti stessi, che nel preliminare avevano un’altezza media di 20 metri, vengono raddoppiati in lunghezza e superano un’altezza media circa 60 metri. In pratica il progetto definitivo, secondo la relazione tecnica inviata al ministero dell’Ambiente: «Non rispetta: – il progetto preliminare; -il parere della commissione speciale VIA; -la Delibera Cipe n. 103 del settembre 2007; -le scelte dell’Anas proposte e concordate a suo tempo con i sindaci; – i vincoli ambientali e paesaggistici e, se realizzato, comporta: –la compromissione di un territorio di inestimabile valore ambientale e la distruzione di un eco-sistema basato su un’agricoltura produttiva nel rispetto delle tradizioni, oltre che la salute dei cittadini».
Pino La Rocca