«E’davvero una vergogna! Prima la Regione, ora il Governo nazionale fanno a gara a spogliare i territori periferici di servizi essenziali e costituzionalmente garantiti, col risultato di allontanare sempre più i cittadini dalla politica e senza peraltro ottenere quei risparmi erroneamente preventivati». E’ duro il sindaco di Trebisacce Francesco Mundo nel contestare la decisione del Governo che, con il D.L. n.14 del 19 febbraio scorso, ha abolito tutti gli Uffici dei Giudici di Pace, tra cui quelli di Trebisacce, Oriolo e Cassano Jonio, accorpandoli ai Tribunali. «Con questo Decreto-Legge – scrive ancora il primo cittadino – il Governo rinnega anche l’impegno assunto dai comuni di accollarsi, fatti salvi i compensi per i Magistrati onorari, tutte le spese necessarie per il funzionamento degli uffici». La cessazione di tutte le attività degli uffici dei G.d.P. avverrà il 30 aprile prossimo venturo. «Questo ulteriore schiaffo alla periferia – scrive ancora Mundo – oltre che contraddittorio rispetto all’orientamento di consorziare la gestione degli uffici dei Giudici di Pace, rende vani tutti gli sforzi e il lavoro svolto dai comuni che, pur di evitare lo smantellamento dei presidi della legalità, che restano gli ultimi avamposti della Stato a garantire un minimo di giustizia e aggrava ulteriormente la crisi in cui si dibattono i nostri comuni che, pur di evitare questo ennesimo scippo, avevano dato avvio ad una vera e propria unione di servizi, ripartendo le spese necessarie per il loro funzionamento. Si tratta – conclude Mundo – di un vero e proprio blitz, messo a segno alla chetichella, in spregio a qualsiasi principio costituzionale e senza la doverosa interlocuzione istituzionale. Nei prossimi giorni – conclude l’avvocato Mundo – cercheremo di coordinare le iniziative che tutti i comuni del comprensorio vorranno intraprendere d’intesa con la Provincia e in raccordo con l’Ordine Forense di Castrovillari mentre, nel frattempo, sarà convocato un consiglio comunale aperto per discutere di questo grave provvedimento
che mortifica ulteriormente i cittadini, le comunità locali e tutta la categoria forense».
Pino La Rocca