Questo il messaggio emerso dal convegno di Spezzano Albanese con la criminologa Roberta Bruzzone ed il colonnello Giuseppe Brancati.
SPEZZANO ALBANESE – Arginare un fenomeno sempre più dilagante quale quello dello stalking e del femminicidio, purtroppo anche nelle zone del nostro territorio, è ormai diventata una necessità fondamentale. E’ quanto è emerso dal convegno organizzato dall’Associazione Culturale MeEduSA di Spezzano Albanese (CS) e tenutosi presso il Liceo Scientifico “V. Bachelet” lo scorso 28 febbraio che ha visto, fra gli illustri ospiti, il Comandante Provinciale dell’Arma dei Carabinieri, il Col. Giuseppe Brancati, e la criminologa Roberta Bruzzone. Un vero e proprio seminario di studi su una emergenza che non risulta essere lontana da questa realtà. Il progetto, per tali ragioni, è stato rivolto ai ragazzi delle scuole superiori di Spezzano e Cassano all’Ionio che hanno partecipato ad un concorso sul tema “I Giovani, lo Stalking e il Femminicidio” proponendo dei video che hanno centrato in pieno l’argomento, dimostrando la grande consapevolezza dei giovani sulla triste questione. A vincere sono stati i giovani dello Scientifico arbëresh con il video “Uniti contro il Femminicidio”. La giuria che ha valutato i lavori, formata dalla ginecologa Daniela Battafarano (presidente di giuria), dall’Ispettore emerito del Ministero Iur Francesco Fusca, dal Carabiniere Sara Guarino e dall’Avvocato Alcide Simonetti, ha così motivato la scelta: “Il lavoro svolto, originale, si è attenuto pienamente al tema del Concorso, offrendo uno spaccato realistico sull’argomento trattato. Il cortometraggio ha affrontato, inoltre, esaustivamente le tematiche proposte dal Concorso”.
L’evento, moderato dal giornalista e presidente MeEduSA Emanuele Armentano, che ha introdotto i lavori accendendo un riflettore sui dati raccolti da “Telefono Rosa” nel 2013, che vedono ben 128 donne ammazzate violentemente e spesso per mano dell’uomo che amavano, ha visto i saluti della dirigente scolastica Marietta Iusi, la quale si è detta contenta di ospitare un evento di questa caratura, del sub commissario di Spezzano Albanese (in rappresentanza anche del Prefetto di Cosenza), Antonella Vecchio, la quale non ha esitato a condannare tali fenomeni che -ha detto- “sono sempre sotto l’attenzione della Prefettura”. Saluti anche dalla promotrice dell’evento, la giovane criminologa Rosita De Pasquale, che ha invitato le donne a non nascondersi più perché “non sono più sole”.
Spazio quindi agli interventi, aperti dalla consulente in criminologia Catia Gambaro che si è soffermata «sulle persecuzioni, sulle sottili e continue minacce, sul progressivo annientamento prima psicologico e poi fisico» delle vittime, definendole una vera e propria «strage». E alle donne ha detto: «Abbiate sempre rispetto della vostra libertà e prima ancora di cercare amore, amate voi stesse». Il comandantedella Compagnia dei carabinieri di San Marco Argentano, Capitano Giuseppe Sacco, ha insistito sull’importanza fondamentale della denuncia. A seguire, il comandante provinciale dell’Arma, Colonnello Giuseppe Brancati, ha ricordato Fabiana Luzzi e il piccolo Cocò, invitando ad usare il numero verde 1522. Lo stesso, nell’illustrare i passi in avanti compiuti dalla relativa legislazione, ha osservato: «Mi fa piacere che a reagire sia stato lo Stato». Ai maschi ha detto: «Perché accontentarsi di un amore drogato e non di una donna che sappia anche essere un sostegno nei momenti di difficoltà?». Un invito forte accolto con un grande applauso. Così, dopo la premiazione e la visione dei filmati, ha chiuso i lavori la criminologa Roberta Bruzzone che ha fatto una disamina approfondita sul problema, spiegando: «Per fortuna non si usa più l’ignobile definizione di delitto passionale. Chi ricorre a questo tipo di violenze non è il maschio della situazione, ma solo un poveraccio. Uno sfigato». Rompere il muro del silenzio, recuperare una profonda autostima e, soprattutto, convincersi che «l’unico modo per cambiare un fidanzato violento è quello di cambiare fidanzato» sono stati i messaggi che Bruzzone e anche altri hanno lanciato dal tavolo della presidenza, tutti con lo stesso obiettivo, ossia quello di far arrivare il messaggio il più lontano possibile.