ALESSANDRIA DEL CARRETTO “Stufi di sopravvivere” – “ I Dimenticati di ieri e di oggi” – “Un altro Jonio è possibile”. Erano questi gli slogan che campeggiavano in testa alla “Marcia sul marcio seguendo la…rotta via”, organizzata  dall’associazione culturale “F. Vuodi” con il sostegno dell’amministrazione comunale per richiamare l’attenzione delle istituzioni sulle condizioni di degrado in cui versa la SP 153, l’unica strada che collega il paese al resto del mondo che, a causa delle piogge torrenziali cadute all’inizio di questo mese, si è sbriciolata al punto che il paese è isolato da oltre 15 giorni. E l’iniziativa dei giovani di Radicazioni, supportata dal web, ha riscosso un successo enorme, sia per la presenza massiccia di partecipanti alla marcia (soprattutto giovani) sia per l’incondizionato sostegno ricevuto sia dagli alessandrini che vivono fuori per motivi di lavoro e di studio, sia dai paesi contermini che vivono gli stessi disagi e gli stessi problemi. Problemi non solo di viabilità ma più in generale problemi di ordinaria quotidianità che rendono praticamente impossibile vivere dignitosamente in queste contrade. Già nel 1959 questi problemi hanno indotto il regista De Seta a girare il docu-film “I Dimenticati” di Alessandria del Carretto. Da allora la civiltà ed il progresso hanno fatto passi da giganti ma ad Alessandria il tempo sembra essersi fermato: i problemi si sono cronicizzati per lo strabismo delle istituzioni a cui “I Dimenticati di ieri e di oggi”, con grande dignità e con la solita compostezza, hanno voluto tirare le orecchie. «Alessandria – ha dichiarato Isabella Violante a nome dei giovani di Radicazioni – non è solo il paese delle tradizioni, della musica popolare e delle feste estive: della Pita e di Radicazioni. Alessandria ha diritto di vivere anche d’inverno e non doversi confrontare sistematicamente con le emergenze». Il sindaco Vincenzo Gaudio, sempre in prima fila, ha ringraziato i giovani per la carica di entusiasmo nella difesa del loro paese e, facendo il punto della situazione, ha salvato dalla sue responsabilità solo la Provincia che continua a svolgere pienamente il proprio compito. Altro discorso invece per la Regione che non avrebbe occhi per l’estrema periferia della Calabria e per la stessa Protezione Civile che si sarebbe limitata a redigere schede sui danni, senza intervenire in alcun modo. La “Marcia… sul marcio” ha dunque interpretato nel modo migliore il malcontento della gente e rappresentato la fotografia di un paese intero in grande sofferenza, un paese che rivendica un minimo di attenzione ed a cui la politica non può più girare impunemente le spalle: giovani, cittadini, artisti, associazioni hanno marciato per riaccendere i riflettori su un paese che reclama il diritto a vivere dignitosamente, a conservare gelosamente le proprie tradizioni e la propria cultura popolare e non solo a sopravvivere.
      Pino La Rocca