«Alla compagna Susanna Camusso segretario generale CGIL Roma
Siamo un gruppo di lavoratrici, addette al servizio d’integrazione scolastica per gli alunni diversabili iscritte al sindacato dal 20 06, a richiedere ancora una volta il Tuo intervento. Durante tutti questi anni abbiamo messo in atto una serie di lotte, ottenendo l’applicazione del CCNL, il godimento degli ammortizzatori sociali, un servizio per gli alunni per l’ intero orario scolastico, l’abbattimento del lavoro nero. Prima di noi una presenza così elevata di donne alla Cgil di Rossano non si era mai vista, sacrificando le nostre famiglie siamo state presenti a tutte le manifestazioni ed iniziative da essa  indette, ricordiamo in particolare Catanzaro e Crotone dove ti abbiamo personalmente incontrato  e  ci hai invitato a non smettere mai di lottare per l’affermazione dei nostri diritti. Con l’insediamento dell’attuale amministrazione nel 2012 abbiamo subito un ingiusto licenziamento con la scusa di mancanza di fondi, in realtà trattasi di licenziamento mirato ad eliminare lavoratori non graditi, scomodi assunti  dalla gestione amministrativa  precedente. La battaglia  per  difendere il nostro posto di lavoro è stata esemplare (a nostro favore due sentenza ex art.18 più 6 lavoratrici vincitrici di articolo 700) il frutto di tutto ciò è stato il recupero di 8 posti di lavoro e il diritto ai contributi omessi. Grazie alla nostra iniziativa, abbiamo ottenuto dalla regione Calabria l’emanazione di indirizzi per l’utilizzo dei  fondi per la non autosufficienza in direzione dei servizi per l’integrazione scolastica e lo sblocco dei fondi  che la stessa doveva alla provincia di Cosenza, per il servizio prestato in anni precedenti dal comune di Rossano ( fondi trattenuti senza giusto motivo dalla provincia e mai erogati al comune di Rossano).Negli ultimi sei mesi, durante le riunioni presso gli uffici Cgil, c’era stato promesso il recupero dei fondi provinciali, il tanto ambito tfr e con la nuova gara d’appalto, il reinserimento nel servizio di tutte le lavoratrici in virtù di un accordo politico con l’amministrazione; tutto ciò doveva avvenire seguendo le così dette vie della pace ,abbandonando gli attacchi mediatici ,le denunce, perché cause vinte e denunce non servivano alla soluzione della vertenza.  Lo scenario che ci siamo trovate davanti seguendo questa via è stato ben diverso da quello promesso,non siamo ritornate sul nostro posto di lavoro anzi, abbiamo perso anche gli otto conquistati precedentemente , non abbiamo recuperato il tfr e per non aver presentato domanda  all’inps nel mese di agosto, rischiamo di perdere la mobilità già decretata dalla regione Calabria. Più volte abbiamo invitati i dirigenti sindacali a recuperare i fondi provinciali da noi sbloccati e l’impiego dei fondi per la non autosufficienza, possibilità sempre negata e contrastata dal comune di Rossano e dalla stessa Cgil che, invece ne rivendica l’utilizzo a Corigliano per far ripartire il servizio. A questo punto ci chiediamo se questa Cgil merita ancora la nostra fiducia, ci sembra complice di questa amministrazione, verso la quale si vanta di avergli portato la pace rinnegando le nostre lotte. Alla luce dei fatti avvenuti, emerge chiaramente che il disegno era quello di tenerci buone per non disturbare il decorso di un progetto che, tutela i propri amici e decreta per i nemici licenziamenti illegittimi visto che a rimanere fuori sono sempre le stesse persone.L’operato della Cgil ci offende e ci mortifica, anni di lotte e di conquiste cancellati con un colpo di spugna negli ultimi sei mesi della vertenza. Ci sentiamo tradite ed abbandonate, lasciate in balia di un disegno ben preciso di eliminazione,pur in presenza di finanziamenti attuali e potenziali a garantire il lavoro a tutti ed un servizio più qualificato. La stessa Cgil ci ha discriminati, si è dimostrata incapace di gestire la vertenza, non ci servono le sceneggiate del sindacalista di turno e l’articoletto ignorato completamente dal comune per mettersi la coscienza a posto. Tramite gli articoli apparsi sui giornali , siamo venute a conoscenza di un bando di gara illegale e con aspetti penalmente rilevanti totalmente ignorati dai dirigenti sindacali che dovrebbero avere le dovute competenze. Si consente all’amministrazione di scegliere i lavoratori tramite una graduatoria stilata secondo il solo ed artefatto criterio d’anzianità, di tenere lavoratrici gradite ad otto ore e di dichiarare che il servizio non è un postificio; alla ditta di arricchirsi con margini notevoli di utili derivanti dalla tariffa di aggiudicazione e ai benefici della 407. In passato nelle stesse condizioni e con gli stessi  finanziamenti, hanno prestato servizio 62 lavoratori .Da riscontri da noi effettuati presso altre ditte che hanno partecipato alla gara d’appalto è emerso che le stesse erano disponibili ad effettuare il servizio ad un costo inferiore e con maggiore occupazione;al riguardo si può consultare il verbale di aggiudicazione pubblicato sul sito del comune di Rossano. Non ci sentiamo più di portare rispetto ad un sindacato che non tutela i nostri diritti, che ci ha accusato di essere un costo ed una perdita economica, di aver  svenato la Cgil e più volte ci ha indicato la porta per andare via. Con il coraggio e la determinazione che ci ha sempre contraddistinte, continueremo la lotta affinchè sia fatta chiarezza e giustizia, seguendo sempre la via della legalità e della trasparenza, per questo non potevamo e non possiamo tacere su quanto accaduto.
Per quanto ci riguarda non possiamo accettare supinamente di finire la nostra vita lavorativa nel labirinto della disoccupazione in cui ci hanno buttato i dirigenti comprensoriali e regionali del nostro sindacato.
Un labirinto ancora più negativo per il nostro essere donne del sud.
Ti  chiediamo di voler re intervenire e di confermare il sostegno e la solidarietà più volte manifestataci.
In attesa di riscontro,fraterni saluti.»

ROSSANO LI’ 12.2.2014                                                  LE LAVORATRICI