Dopo le dure proteste dei sindaci, anche Italia Nostra, pur dichiarandosi favorevole alla realizzazione dell’opera, contesta all’Anas di aver evitato nella fase preliminare della progettazione la necessaria concertazione sociale e di aver redatto un progetto che risulta poco rispettoso dell’integrità territoriale. La presa di posizione di Italia Nostra, affidata al suo segretario regionale architetto Angelo Malatacca, viene dopo la presentazione del progetto definitivo del III° Megalotto della S.S. 106 che prevede la realizzazione, nel tratto che va da Sibari a Roseto Capo Spulico, di un’arteria a 4 corsie con spartitraffico, lunga 38 chilometri, con 6 svincoli, 3 gallerie naturali, 6 gallerie artificiali, 21 tra ponti e viadotti e 18 cavalcavia. «Sarebbe stato opportuno – scrive l’architetto Malatacca – presentare il progetto alla popolazione ed alle associazioni nella fase preliminare e non in quella esecutiva. E’ completamente mancata quindi quella fase importantissima, che va sotto il nome di “partecipazione”, che in altre realtà ha prodotto qualità». Venendo poi al giudizio tecnico-ambientale dell’opera, nella presentazione del progetto da parte dell’Anas e di “Sirio spa”, secondo Italia Nostra «sono emerse due gravi criticità: -l’assenza della necessaria copertura finanziaria per portare a compimento tutto il tratto e -la presenza di gas-metano nel sottosuolo che ha costretto l’Anas a portare il tracciato in superficie, aumentando la presenza di trincee e di viadotti alti e devastanti per l’ambiente. Premesso – aggiunge l’architetto Malatacca a scanso di equivoci – che Italia Nostra non è contraria alla realizzazione in un’opera lungamente attesa e che riveste grande importanza per l’intera area, ma non possiamo accettare un’intrusione selvaggia nel territorio, anche perchè il paesaggio dell’Alto Jonio, catalogato nella campagna di Italia Nostra tra i “Paesaggi Sensibili” da proteggere, è stato già pesantemente compromesso da opere viarie di grande importanza, ma di infelice ubicazione». Altri rilievi Italia Nostra ha riservato all’immenso quantitativo di materiale di risulta ed alla falde acquifere. «Durante la conferenza – rivela il segretario regionale di Italia Nostra – nulla è stato detto circa l’enorme quantità del materiale di scavo: una parte verrà reimpiegata e la parte restante? Non si è inoltre parlato degli effetti che si produrranno sugli ecosistemi, sulle falde acquifere e sui pozzi regolarmente registrati (43 a Trebisacce, 108 ad Amendolara e 32 a Roseto Capo Spulico)». Un’ultima osservazione riguarda le opere di compensazione: «A parte gli scavi di Sibari – ha concluso l’architetto Malatacca – che ottengono 14milioni di euro, che ovviamente non bastano a compensare la frattura prodotta al sito archeologico dalla realizzazione della nuova S.S. 106, il resto è solo mortificazione».
Pino La Rocca