Oltre settecento milioni di euro, circa 2.500 posti di lavoro a beneficio di imprese, tecnici, operai e maestranze e un’opera mastodontica che permetterà di rompere l’isolamento della Calabria jonica rispetto al resto del Paese e di completare il raccordo tra l’Autostrada Adriatica e l’A3. Questo è l’impatto che avrà sul territorio il III° Megalotto della S.S. 106 Jonica di cui a Sibari, presso il Museo della Sibaritide, è stato presentato e illustrato, il progetto definitivo da parte dell’Anas rappresentata dal Capo Dipartimento della Calabra ing. Marzi e dall’ing. Aramini in qualità di Responsabile del progetto, oltre che dai rappresentanti della Sirio SPA, la società che ne ha curato la progettazione nelle persone dell’ing. Campa e dell’arch. Magarò. A gremire la sala-convegni del Museo, a dimostrazione dell’importanza dell’evento, oltre a tantissimi tecnici, rappresentanti di associazioni ambientaliste e amministratori di tutto il comprensorio, erano presenti i sindaci dei 7 comuni interessati all’attraversamento della grande arteria di respiro internazionale: Papasso (Cassano), Rizzuto (Villapiana), Valente (Francavilla), Santagada (Cerchiara), Mundo (Trebisacce), Aurelio (Albidona), Ciminelli (Amendolara) e Durso (Roseto), il responsabile del PD del Dipartimento-Sanità Pacenza, il consigliere provinciale Ranù, il direttore della Sovrintendenza regionale Prosperetti, il presidente della Commissione Ambiente e Territorio Gallo e inoltre gli assessori regionali Gentile e Trematerra ed il presidente della Provincia Oliverio. I tecnici dell’Anas e della Sirio, alternandosi, hanno illustrato tutte le fasi della progettazione, con approfondimenti sulle accurate e minuziose indagini geologiche, geognostiche, geotecniche e sismiche ed il tracciato planimetrico dell’imponente opera lunga 38 chilometri, con ben 18 viadotti, 6 svincoli (Cassano, Francavilla-Cerchiara, Trebisacce, Albidona, Amendolara e Roseto) e le generose opere compensative a beneficio dei comuni interessati che avevano fatto in precedenza le loro “avances”. E’ proprio su quest’ultimo capitolo che è scoppiata all’improvviso la bagarre perché non tutti i comuni sono stati accontentati. Tra questi Amendolara, i cui rappresentanti hanno protestato energicamente anche perché, ad onor del vero, è il paese che subisce più danni dal passaggio dell’arteria. Questo perché, secondo quanto hanno rivelato i tecnici, le indagini hanno evidenziato, nel sottosuolo, la presenza di giacimenti di gas naturale, la qual cosa, per evitare tempi più lunghi ed il lievitare dei costi, ha imposto, nel territorio di Amendolara e Roseto, la riduzione dei tratti in galleria e l’aumento dei viadotti e dei tratti in trincea. Dopo l’illustrazione da parte dei tecnici, la parola è passata ai presenti: il direttore della Sovrintendenza Prosperetti ha ringraziato per il riguardo riservato ai giacimenti archeologici di Sibari. Sono quindi intervenuti i sindaci, di cui riferiamo a parte, ed hanno concluso i lavori il presidente Oliverio e l’assessore Gentile i quali hanno invitato i sindaci a non dividersi ed a fare squadra offrendo la propria disponibilità a coordinarne le iniziative al fine di trasformare la nuova opera in una grande risorsa per il territorio.
Pino La Rocca