Cercasi cisterne per raccolta del percolato: a che gioco sta giocando la Regione?
Durante i primi giorni di presidio il Comitato ha subito numerose pressioni a proposito del passaggio delle cisterne per il prelievo del percolato, pressioni giunte persino dall’ufficio del Prefetto, fino alla minaccia di essere denunciati per disastro ambientale: che paradosso! La situazione descritta dagli uffici regionali era drammatica, ci trovavamo sull’orlo di una catastrofe e sarebbe stato necessario far intervenire decine di cisterne per prelevare il percolato della discarica pubblica, già sequestrata per disastro ambientale. Tale situazione drammatica (come le minacce) è stata confermata telefonicamente dai dirigenti del Dipartimento Politiche per ‘Ambiente.
Fatto sta che il primo giorno di presidio tutte le cisterne giunte nei pressi dell’impianto sono passate al massimo con mezz’ora di ritardo, mentre dal secondo giorno in poi (4 febbraio), come pubblicamente annunciato, le cisterne sono passate direttamente dal presidio senza alcuna sosta. Eppure i mezzi in circolazione per prelevare il percolato della discarica pubblica sono stati tutti i giorni soltanto due: che fine hanno fatto le decine di cisterne che avrebbero dovuto evitare la catastrofe? Che fine ha fatto l’urgenza manifestata dal dipartimento ambiente, urgenza trasmessa persino agli uffici della Prefettura?
Non capiamo a che gioco stiano giocando gli uffici regionali del settore rifiuti, di certo i dirigenti del dipartimento ambiente sono inequivocabilmente gli unici responsabili di ciò che sta accadendo intorno al polo tecnologico di Bucita, ed in particolare continuiamo a manifestare enormi perplessità rispetto al provvedimento di dissequestro della discarica pubblica richiesto ed accordato qualche settimana fa, laddove temiamo la situazione sia realmente drammatica con gravissime responsabilità.
Ribadiamo che il blocco si scioglierà solo ed esclusivamente quando la Regione deciderà di ritirare il bando per l’esportazione di rifiuti ed avviare una consultazione necessaria per trovare una soluzione condivisa e sostenibile per l’emergenza.
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Riportiamo dal primo comunicato:
“Ricordiamo che il bando in questione spende 90 mln di euro di soldi pubblici in un anno, che tale bando prevede che 750 tonnellate al giorno possano essere conferite a Bucita laddove già conferiscono 36 comuni del comprensorio e laddove ci sono già due discariche di cui una, sempre di proprietà della regione, sequestrata per disastro ambientale. Non solo: tale bando prevede che tutti i rifiuti tal quale della provincia di Cosenza possano finire nel porto di Corigliano Calabro, assuefacendo le infrastrutture già carenti di quest’area, facendo diventare la sibaritide una enorme stazione di trattamento rifiuti.
I cittadini non si muoveranno da qui finché la regione non avrà ritirato il bando. “