Ormai è polemica aperta, sulla scabrosa questione delle ferriti di zinco di contrada Capraro, tra il neo-nato comitato “Cerchiara – Ambiente e Salute” ed il sindaco in carica dottor Antonio Carlomagno che, chiamato in causa dal comitato per sapere se la bonifica del sito è stato conclusa o meno, il sindaco, secondo il comitato, avrebbe fornito una versione di per sè contraddittoria. Da una parte avrebbe sostenuto che la bonifica è da ritenersi completata e dall’altra avrebbe ammesso che parte del materiale tossico è ancora da smaltire e che c’è comunque l’accordo sottoscritto che il completamento della bonifica resta a carico della Syndial SPA. «Si tratta scrivono quelli del comitato – di una grave contraddizione su un argomento delicatissimo per i cittadini che gravitano attorno a quell’area». Poi gli esponenti dello stesso comitato fanno la cronistoria del carteggio intercorso tra l’associazione ed il comune di Cerchiara con l’obiettivo di chiarire lo stato dell’arte della bonifica ed in particolare -di conoscere la quantità dei rifiuti tossici rimossi e quelli che ancora sono da rimuovere; -di avere copia dell’ultimo monitoraggio ambientale dell’Arpacal e infine –di visionare agli atti più recenti e le azioni intraprese per far completare la bonifica. «Si tratta – aggiungono i membri del comitato – di semplici richieste, utili al comitato per affrontare con cognizione di causa il dibattito pubblico che il sindaco ha inteso organizzare, unilateralmente, per la fine di febbraio». Poi il neo-nato comitato fa presente che nelle vicinanze di Capraro esiste un altro sito, non recintato, in cui sono interrati rifiuti tossici, che non è stato bonificato e sul quale l’estate scorsa è divampato un incendio che ha riacceso le preoccupazioni di quanti abitano nelle vicinanze. «Da qui – aggiunge il comitato Cerchiara – Ambiente e Salute – la necessità di dar vita ad un’associazione in grado di fare informazione e di assumere iniziative idonee alla tutela della salute. Altro che campagna elettorale: l’obiettivo è solo quello di allontanare in via definitiva questo incubo. Al contrario – conclude il documento – non vorremmo che l’imminenza della campagna elettorale fosse un alibi per sottacere un problema così grave…».
Pino La Rocca