Sono ormai trascorsi circa due anni dalla data del 31 marzo 2012 che ha sancito la chiusura degli ospedali cosiddetti “minori” di Trebisacce e di Cariati con l’illusoria prospettiva che a breve si sarebbe realizzato il nuovo ospedale della Sibaritide e che, nel frattempo, si sarebbe migliorato il servizio di emergenza-urgenza anche attraverso il potenziamento dell’ospedale spoke di Rossano-Corigliano. In realtà da quelle data, nonostante le promesse e gli impegni solennemente assunti, il Basso e l’Alto Jonio sono rimasti un deserto sanitario lungo oltre 100 chilometri che ha visto crescere a dismisura le criticità sanitarie, che ha fatto lievitare i disagi delle popolazioni alla perenne ricerca di un posto-letto e anche i disagi dei medici, spesso costretti a un duro stress lavorativo, oltre a provocare, cosa molto più grave, alcuni decessi che forse potevano essere evitati. All’epoca, per scongiurare la chiusura degli ospedali a Trebisacce ed a Cariati sono scesi in piazza sindaci, ammalati, associazioni e medici. Per giorni e giorni hanno occupato e bloccato la S.S. 106 a sostegno di un deciso no delle popolazioni locali alla chiusura degli ospedali. Qualche tempo addietro, per la verità sotto elezioni, il Commissario Scopelliti ha aperto qualche spiraglio di riapertura degli ospedali ”di zone disagiate” di Trebisacce e Paria a Mare che qualcuno ha definito una marcia-indietro e l’ammissione di un errore rivelatosi fatale. Lo stesso Scopelliti, chiedendo al Ministero di riaprire due di quei tre ospedali, ha tenuto a precisare che in realtà non si tratta di una «retromarcia», semmai è lui che ha chiesto a Roma di riaprire due ospedali che altri invece avevano chiuso. Nel frattempo però in tutto l’Alto ed il Basso Jonio la migrazione sanitaria è aumentata in modo esponenziale, con dati che risultano in controtendenza anche rispetto a una migrazione sanitaria che a livello regionale risulta inferiore del 3% nelle stesso periodo. Al di là della retromarcia o meno, lo stesso Scopelliti ha avuto il coraggio di fare autocritica perché, in qualità di commissario, aveva ed ha tuttora, il coltello dalla parte del manico per porre rimedio ad un errore strategico, anche se sulla via della riapertura resta un atroce dubbio: il tavolo di verifica nazionale (Massicci) consentirà la riapertura di ospedali che sono stati chiusi? Che impatto essa avrà sui conti? Per il momento resta solo l’impegno assunto da Scopelliti anche in consiglio regionale che saranno riaperti questi due ospedali e saranno attivati ben 392 posti-letto per acuti. Di tutto questo però nelle 280 pagine del Piano Triennale trasmesso al Tavolo Massici c’è poco o niente e nel frattempo la mezza provincia di Cosenza che va da Praia a Mare a Trebisacce ed a Cariati è sprovvista di qualsivoglia presidio ospedaliero.
Pino La Rocca