Nel pomeriggio del 7 u. s., in una giornata piena di luce e di sole, limpida, dal pianoro del parco archeologico di Castiglione di Paludi si ammira il piatto mare Jonio col golfo di Sibari e le colline fino oltre Trebisacce. Il percorso di visita solito inizia dal teatro, costeggiando gli edifici portati alla luce negli anni Ottanta-Novanta, e si scende verso la torre nord che si affaccia sul torrente Coserie ed il mare Jonio. Proprio in prossimità della torre, a sinistra, alcuni paletti di sostegno e la rete di recinzione sono ancora piegati a terra, consentendo il passaggio di uomini e animali. A destra della torre altri paletti sono piegati.
Avvicinandosi alla cinta muraria ed alla grandiosa porta est con le sue due torri numerosi sono gli abbondanti escrementi di animali bovini che si trovano numerosi lungo il percorso ostacolando il visitatore.
Si scende prudentemente verso il piano di campagna da cui si ergono le torri e di fianco al cancello lato Coserie manca da oltre 1200 giorni la rete di recinzione. Da questo accesso entrano senza alcuna difficoltà – essendo a nord-est l’unico punto in piano – gli animali, soprattutto bovini. Ciò è confermato dai segni degli zoccoli e dai numerosi escrementi. Inoltre da questo accesso possono entrare liberamente anche eventuali scavatori clandestini.
Risalendo il pianoro lungo il percorso in pietra si arriva in prossimità del teatro e si prosegue verso sud, verso la grotta. Si arriva alla recinzione ed il cancello è aperto, come lo è da oltre 900 giorni.
Lungo questo ultimo tratto, camminando sul prato, sono evidenti i segni del passaggio di un mezzo meccanico: chi è che può entrare con un mezzo e “passeggiare” motorizzato nel parco, tra le emergenze archeologiche?
Purtroppo anche i due pannelli descrittivi posti in prossimità della porta est e del teatro “distrutti” da anni non sono stati sostituiti per consentire ai visitatori una lettura delle emergenze.
Tutto ciò conferma ancora una volta, se ce ne fosse bisogno, il DISINTERESSE PIÙ ASSOLUTO dell’Amministrazione Comunale di Paludi per la tutela e la salvaguardia di questo bene così prezioso qual’è Castiglione, unico esempio di “fortificazione” del Meridione di un popolo non magno-greco. È veramente cosa vergognosa il mancato ripristino della rete dopo anni di segnalazioni scritte che con pochissimi euro e in poco tempo può essere fatto.
L’Amministrazione Comunale ha nulla da lamentarsi di quanto dico e scrivo, inascoltato, ormai da alcuni anni. Non sono certamente le mie parole che descrivono, purtroppo, una cruda realtà – confermata da copiosa documentazione e testimoni – ad allontanare sempre più i visitatori da Castiglione ma il suo comportamento insensato che non provvede a sanare le piccole esigenze che si verificano nel parco.
Palmino Maierù
9/1/2014