Mercoledì 18 ore 18 al 72° Cafè Philo.
ROSSANO – La sinistra attiva ormai è seppellita. Seppellita da questi sessant’anni di stalinismo e da alcuni decenni di giustizialismo. Di attesa del podestà straniero che le risolva tutti i problemi. Stalin, i giudici, il governo dei migliori… (..). Con la democrazia in mora, per la prima volta nella storia recente, la scomparsa della sinistra dalla scena è un’eventualità tutt’altro che impossibile. La sinistra non sempre produce democrazia, ma non può vivere senza democrazia. (..) Il primo problema da affrontare è questo: come riunificare la sinistra? E cioè: come ridarle un’identità unitaria.
Sono, questi, alcuni dei passaggi principali del libro “LA SINISTRA È DI DESTRA” del giornalista Piero SANSONETTI, direttore de “L’Ora di Calabria”, protagonista del 72esimo Caffè Filosofico itinerante di Otto Torri sullo Jonio, ospitato domani, MERCOLEDÌ 18, ALLE ORE 18, presso la nuova SALA TUKE nel Palazzo San Bernardino, nel centro storico, messa gentilmente a disposizione dall’assessorato comunale al turismo.
Hanno già garantito la loro partecipazione diversi rappresentanti, cittadini e territoriali, del mondo della politica, delle istituzioni locali e dell’associazionismo. L’evento socio-culturale è promosso da Otto Torri in collaborazione con COMUNICAZIONE Europa di Luigi Cosentino, il Wine Bar Centrale di Luigi PROVINO (Piazza Steri – Centro Storico) e la Pizzeria PERDRO’S da qualche giorno aperta anche nella Galleria S.Filomena – Cinema Teatro S.Marco a Rossano Scalo.
Nessuno – scrive SANSONETTI nel libro – a sinistra, ha mai voluto fare i conti con i due avvenimenti più importanti di tutto il Ventesimo secolo: la Rivoluzione russa del 1917 e il crollo del muro del 1989. Siccome quei due avvenimenti hanno “riempito” la storia di tutta la sinistra moderna, è chiaro che questa rimozione è una follia, ed è chiaro che se non si mette da parte al più presto questa rimozione, si muore. Sarebbe come se il cristianesimo volesse ignorare la nascita e la morte di Gesù Cristo. (..). È chiaro – prosegue SANSONETTI – che nella natura e nella struttura del marxismo era insito lo sbocco autoritario. E se non si capisce questo errore genetico del marxismo è impossibile ripensare la sinistra, perché si rischia di renderla meno robusta di quella vecchia ma capace di ripercorrere gli stessi errori. Dove era il difetto di origine? Io penso che l’autoritarismo e l’illiberalità siano iscritti nell’economicismo. Cioè che il difetto del marxismo sia quello di porre l’economia e il lavoro al centro di tutto. (..) Se da un lato abbiamo una sinistra radicale che si rifiuta di mettere in discussione il comunismo, dall’altra c’è una sinistra riformista che del comunismo mette in discussione proprio gli aspetti più moderni. E cioè la critica al capitalismo e al liberalismo. E così crea un paradosso nel paradosso. (..) Il paradosso nel paradosso sta nel fatto che la sinistra butta a mare proprio questo aspetto del marxismo, e cioè la sua parte valida, profetica, anticipatrice, mentre non riesce a fare i conti – né sembra interessata a farli – con gli errori dell’autoritarismo.
(..) DA DOVE SI PUÒ RIPARTIRE? – si chiede e suggerisci in conclusione SANSONETTI. Credo che il punto essenziale sia la ricollocazione del lavoro. Per rendersi indipendenti dal capitalismo bisogna smontare alcuni suoi pilastri. Il pilastro fondamentale è la convinzione che il lavoro sia il centro di tutto, della produzione, dello sviluppo, dell’etica, dello stato di diritto, della redistribuzione della ricchezza, delle conquiste sociali. Di questa opinione sono sia i rappresentanti del capitale sia tutto ciò che è rimasto del Movimento operaio. – (Fonte: MONTESANTO SAS – Comunicazione & Lobbying).