L’incontro, moderato e concluso dal prof. Franco Caruso, con particolare riferimento al significato religioso di questo straordinario patrimonio, si è aperto con il saluto del presidente del Circolo, Angelo Giannoni, che ha ribadito la disponibilità ad ospitare iniziative di grande pregio. E’ poi intervenuto il presidente della commissione consiliare comunale Ambiente e Urbanistica, Armando Garofalo, che ha informato della rete di iniziative che l’Amministrazione sta mettendo in campo per ripristinare l’accesso e la sicurezza del Santuario, messi in grave pericolo da un’enorme frana, non ancora fatta oggetto di interventi rilevanti, nonostante le promesse, ormai antiche, delle istituzioni sovracomunali.
Il capo delegazione FAI, prof.ssa Donatella Laudadio, introducendo la mostra, ha ribadito la volontà di continuare a tener desta l’attenzione dei cittadini e delle istituzioni sul grave vulnus al territorio, non solo dal punto di vista strutturale ed idrogeologico, che la frana rappresenta, ma anche al patrimonio devozionale che in quel luogo si riconosce, e soprattutto all’eredità identitaria, una sorta di dna culturale, che si raccoglie nella memoria storica di ogni territorio, e che ogni collettività ha il dovere di trasmettere alle generazioni successive.
Laudadio ha, poi, ricordato la grande complessità emotiva e concettuale dell’immagine di Maria, delicata figura femminile introdotta in una religione sostanzialmente maschile, nonostante la grande tenerezza che il Vangelo mostra verso le donne, a partire dalla scelta del Cristo di incarnarsi attraverso una donna. Questa donna riapre il circuito d’amore con Dio, interrotto da un’altra donna, Eva; ed attraverso i secoli, in virtù dell’elaborazione culturale che ha trasformato la figura della donna, l’immagine di Maria ha acquisito i connotati ora di Regina, ora di madre-nutrice, ora di Mater dolorosa per la morte del Figlio, ora di donna-angelo, ed intermediaria tra l’uomo e Dio, alla maniera dantesca.
Il dott. Gianluigi Trombetti ha poi illustrato, con la competenza e la passione che ne fanno uno dei nostri più illustri storici, le caratteristiche delle rappresentazioni pittoriche, reperite attraverso una ricerca paziente. Ha poi mostrato al pubblico le ricadute artistiche e le risposte emozionali che i vari elementi tecnici conferiscono al soggetto rappresentato attraverso le varie epoche, e sicuramente non sempre con la stessa qualità ed intensità artistica. Ed ha mostrato, con grande perizia tecnica, teorie grandemente interessanti sulla datazione e sui contributi e le influenze che ogni opera mostra, provando con elementi critici copiosi la veridicità delle sue asserzioni, e confutando puntualmente credenze e presunte valutazioni artistiche, anche consolidate in opere storiche, ormai facenti parte della tradizione.
Infine, ha portato il saluto da parte del rettore del Santuario, il prof. Giovanni Donato, che ha ribadito la volontà di continuare a battersi, per il recupero di una così importante testimonianza devozionale.
Roberto Fittipaldi