“Guida Osterie”, da Rossano appello al consumo km0.
Rossano – Se le nostre casalinghe affollano la grande distribuzione per riempire le loro buste di prodotti senza storia, senza qualità e distanti dal loro territorio (il caso dell’extravergine d’oliva è sintomatico!); se nella maggior parte dei nostri ristoranti non si riesce a mangiare calabrese; se nei bar e nei pub di questa terra non si riesce ad abbinare ad un aperitivo un calice di buon vino calabrese; e se mangiare, infine, è un atto agricolo e politico, allora siamo di fronte ad un problema gravissimo. Un problema sul quale iniziare a riflettere tutti in modo diverso e rispetto al quale la grande questione sempre aperta della ‘ndrangheta resta solo, purtroppo, un punto di dettaglio. Perché è proprio da questa perseverante mancanza di consapevolezza locale delle proprie risorse naturali ed alimentari, e quindi economiche, che derivano tanti dei paradossi e delle più grandi iatture di questa regione. Ed è per le stesse motivazioni, tuttavia, che noi restiamo convinti che si possa e si debba fare Politica molto più efficacemente a tavola o facendo la spesa ogni giorno. Insomma, dal basso.
È, questa, una delle provocazioni più forti lanciate dal fiduciario della Condotta Slow Food Sibaritide – Pollino, Lenin MONTESANTO, alla presentazione regionale della Guida nazionale Osterie 2014 di Slow Food ospitata a Rossano.
Brillantemente moderati e stimolati dal giornalista Alfonso BOMBINI, sono intervenuti anche il presidente regionale di Slow food Nicola FIORITA, Eugenio SIGNORONI curatore nazionale della prestigiosa Guida, Massimo CERULO sociologo dell’Università di Torino e Stanislao SMURRA presidente di Otto Torri sullo Jonio che con Slow Food e numerosi altri partner pubblici e privati ha co-organizzato la due giorni enogastronomica e culturale nella Città alta.
Piatti della memoria da una parte, nuove generazioni di chef che hanno deciso di innovare la cucina, utilizzando prodotti della tradizione locale, dall’altra. È, questa ricercata combinazione, la vera novità della sezione calabrese nella Guida Osterie 2014 di Slow Food illustrata dal Presidente FIORITA che l’ha definita una vera e propria guida culturale della regione. Stiamo registrando – ha aggiunto – una tendenza molto interessante. Giovani chef che propongono una cucina che si distacca dalle tradizioni, in modo anche fantasioso ma che mantengono inalterato l’uso dei prodotti locali. A questa tendenza – ha detto – abbiamo voluto dare spazio anche per sollecitare un certo rinnovamento. I posti segnalati hanno tutti la caratteristica di saper raccontare la storia del luogo dove essi si trovano: tradizioni culinarie, personali e familiari. Sono tre – ha continuato – i motivi per i quali abbiamo condiviso la scelta di Rossano come location per la presentazione regionale della Guida: 1) perché è entrata nella Guida 2014 l’Osteria Porta del Vaglio, guidata dal giovane chef Gennaro DI PACE, a Saracena, sede con Rossano della Condotta; 2) perché sono rimasto emozionato dalle cantine storiche rossanesi che sintetizzano la visione Slow Food con la tradizione e la cucina popolari; 3) perché il vasto territorio di questa Condotta è particolarmente attivo.
Ogni anno – ha proseguito SIGNORONI – cerchiamo di essere sempre più rigorosi e attenti, soprattutto rispetto all’utilizzo di materie prima che siano buone, pulite e giuste, che non impattino sull’ambiente e che consentano di avere un reddito corretto e giusto per chi fornisce i prodotti e per chi li consuma. Ecco perché il prezzo resta elemento chiave in questa Guida che era ed è social prima che i social network nascessero! Due nuovi simboli quest’anno: il piatto con la foglia per il menù vegetariano, perché la cucina tradizionale italiana – ha precisato – è fatta soprattutto di verdure, cereali e legumi; ed un piccolo innaffiatoio per i locali che hanno un orto di proprietà. Una tendenza, questa dell’orto urbano – ha spiegato CERULO – sempre più diffusa in Italia: chi non ha spazi lo fa sul tetto o sulle terrazze o sul modello del jardin partagé parigino. Al di là della crisi contingente, esso rappresenta un ritorno alla natura, perché – ha aggiunto – se l’uomo è, per Feuerbach, ciò che mangia, allora mangiare a KM0 significa anche trovare un po’ di serenità in più. Sulla stessa linea d’onda Stanislao SMURRA che ha sottolineato, la scelta, fatta non a caso, da Otto Torri di collegare simbolicamente l’esperienza proposta da Slow Food con la cultura e con l’arte dedicata, nei secoli, al cibo ed al vino attraverso i 32 dipinti storici affissi per le vie del centro storico, dal 6 al 13 novembre scorsi, con l’originale ed apprezzatissimo progetto “Museo in Bacheca” sponsorizzato dalla SIMET Spa e dalla SOGET Spa e che, insieme allo show cooking nel Chiostro di Palazzo S.Bernardino con gli chef DI PACE (Saracena) e ACCIARDI (Amendolara), ha fatto registrare, tra il 9 ed il 10, il quasi tutto esaurito nelle strutture ricettive della Città alta. (Fonte: MONTESANTO SAS – Comunicazione & Lobbying).